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Il Papa: chi cerca la vita, ha bisogno di guardare a Cristo

“La legge di Mosè” è il titolo della catechesi tenuta stamani dal Papa in Aula Paolo VI, nel corso dell’Udienza generale. Prosegue la riflessione di Francesco sulla Lettera ai Galati di San Paolo.

Isabella Piro – Città del Vaticano

La Legge mosaica, cioè i Dieci Comandamenti, e lo Spirito Santo: sono i due punti sui quali si sofferma Papa Francesco, nella sua catechesi, per spiegare “la novità della vita cristiana”, seguendo quanto scrive l’Apostolo delle genti nella sua Lettera ai Galati. In quel tempo, infatti, c’era bisogno di una Legge, “grande dono che Dio ha dato al suo popolo” contro il paganesimo e l’idolatria. Ma a chi sosteneva che i Galati avrebbero dovuto seguire la Legge per essere salvati e non provocare “la reazione dell’ira di Dio”, San Paolo rispondeva che l’osservanza della Legge mosaica e l’Alleanza con Dio “non sono legate in maniera indissolubile”.

L’Alleanza stabilita da Dio con Abramo era basata sulla fede nel compimento della promessa e non sull’osservanza della Legge, che ancora non c’era.

L’intelligenza spirituale di San Paolo

Giunta solo 430 anni dopo, con Mosè, infatti, “la Legge non è parte costituiva dell’Alleanza”. Tuttavia, Francesco ribadisce che Paolo non è affatto contrario alla Torah, tanto che “più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza”. Ma c’è un aspetto particolare che l’Apostolo evidenzia, grazie alla sua “intelligenza spirituale e sostenuto dalla grazia ricevuta per la sua missione evangelizzatrice”:

La Legge non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare. La legge è un cammino che ti porta avanti verso l’incontro. Paolo usa una parola molto importante, la legge è il “pedagogo” verso Cristo, il pedagogo verso la fede in Cristo, cioè il maestro che ti porta per mano all’incontro. Chi cerca la vita ha bisogno di guardare alla promessa e alla sua realizzazione in Cristo. (…) Questa parola è molto importante: il popolo di Dio, noi cristiani, camminiamo nella vita guardando una promessa, la promessa è proprio quello che ci attira per andare avanti all’incontro con il Signore.

La novità della vita cristiana

Questa, dunque, “la radicale novità della vita cristiana”:

Tutti quelli che hanno la fede in Gesù Cristo sono chiamati a vivere nello Spirito Santo, che libera dalla Legge e nello stesso tempo la porta a compimento secondo il comandamento dell’amore. Questo è molto importante, la legge ci porta a Gesù.

I Dieci Comandamenti, “pedagoghi” verso l’incontro con Gesù

L’auspicio di Francesco, dunque, è che, con l’aiuto di Dio, i fedeli possano camminare “sulla strada dei Comandamenti”, che sono “pedagoghi che portano all’incontro con Gesù, ma sempre guardando “all’amore a Cristo”, sapendo che l’incontro con Lui “è più importante che tutti i Comandamenti”.

L’uccisione di padre Olivier e il modello di Santa Chiara

Nei saluti ai pellegrini di lingua francese, il Papa esprime il suo grande dolore per l’omicidio di Padre Olivier Maire, il sacerdote superiore provinciale della Congregazione dei Missionari Monfortani, ucciso il 9 agosto in Francia, mentre ai pellegrini di lingua italiana, Francesco ricorda l’odierna memoria liturgica di Santa Chiara d’Assisi, definendola “un luminoso modello di chi ha saputo vivere con coraggio e generosità la sua adesione a Cristo”. Il pensiero del Pontefice va anche agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Infine, un saluto particolare viene rivolto “con affetto” ai partecipanti al “Latium Festival”, la rassegna di musiche e danze popolari del mondo per una cultura della pace, della solidarietà e della tolleranza, in corso fino al 16 agosto in diversi comuni del Lazio.

 

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11 agosto 2021, 10:00

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