Sognare il futuro: le parole dei Papi che esortano a non smettere di sognare
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
La giornata World Dream Day è un’occasione per spronare uomini e donne, nonostante possibili difficoltà ed ombre, ad inseguire i propri sogni. Il punto di partenza è una visione del futuro che, attraverso l’impegno e il sacrificio, può diventare realtà. Quando si raggiunge un obiettivo, il sogno è una speranza tramutata in qualcosa di concreto. Quello del sogno è anche un tema che i Papi hanno affrontato nel loro magistero. In questa pagina ripercorriamo alcune di queste riflessioni che si alternano con frasi di pensatori, filosofi, scrittori.
Non perdere la capacità di sognare
Durante la visita in Slovacchia, incontrando i giovani il 14 settembre del 2021 nello Stadio Lokomotiva di Košice, Papa Francesco li esorta a sognare: "Quando sognate l’amore, non credete agli effetti speciali, ma che ognuno di voi è speciale, ognuno di voi. Ognuno è un dono e può fare della vita, della propria vita, un dono. Gli altri, la società, i poveri vi aspettano. Sognate una bellezza che vada oltre l’apparenza, oltre il trucco, al di là delle tendenze della moda. Sognate senza paura di formare una famiglia, di generare ed educare dei figli, di passare una vita condividendo tutto con un’altra persona, senza vergognarsi delle proprie fragilità, perché c’è lui, o lei, che le accoglie e le ama, che ti ama così come sei. Questo è l’amore: amare l’altro come è". Non si deve “perdere la capacità di sognare il futuro”, spiega poi Francesco nella meditazione il 18 dicembre del 2018 durante la Messa a Casa Santa Marta. San Giuseppe può essere un riferimento per ogni cristiano: a lui “chiediamo la grazia di saper sognare cercando sempre la volontà di Dio nei sogni, e anche la grazia di accompagnare in silenzio, senza chiacchiere”. Nel videomessaggio del 2016 ai giovani cubani, il Pontefice si sofferma sul “desiderio di sognare”. “Per essere portatori della speranza - sottolinea Papa Francesco - è necessario che non perdiate la capacità di sognare. Ricordatevi che nell’oggettività della vita deve entrare questa capacità di sognare e che chi non ha la capacità di sognare è rinchiuso in sé stesso. Aggiungerei ancora: chi non ha la capacità di sognare, è già andato in pensione”.
Sogni ispirati dalla bellezza
I sogni possono anche essere alimentati dalla bellezza, dai linguaggi dell’arte, della musica. Incontrando gli artisti il 21 novembre del 2009 nella Cappella Sistina, Papa Benedetto XVI sottolinea che il mondo “rischia di cambiare il suo volto a causa dell’opera non sempre saggia dell’uomo”. “Che cosa - chiede il Pontefice - può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?”. “Voi sapete bene cari artisti, che l’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.
Sogni da tramutare in capolavori
I sogni sono anche il frutto di un’opera da realizzare giorno dopo giorno. Durante la visita pastorale a Genova Papa Giovanni Paolo II il 22 settembre del 1985, rivolge queste parole ai giovani radunati nel Palazzo dello sport: “È Pietro, roccia per chiamata divina, come dice anche il canto che è stato composto per questa occasione, che vi esorta a non appiattirvi nella mediocrità, a non assuefarvi ai desideri mondani, a non voler vivere solo a metà, con aspirazioni ridotte o, peggio, atrofizzate. Il Papa è venuto per invitarvi al cammino, alla novità continua da cercare dentro di voi, con la vostra stessa vita. Giovani genovesi, non lasciatevi vivere, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!”.
Investire nei sogni
I sogni realizzati sono figli di impegno e spirito di sacrificio. All’Angelus del 17 settembre del 1978, Papa Giovanni Paolo I ricorda che dalle scuole esce “la classe dirigente di domani”, tra cui “ministri, deputati, senatori, sindaci, assessori o anche ingegneri, primari”. “Il generale Wellington, quello che ha vinto Napoleone - sottolinea in quell’occasione il Pontefice - ha voluto tornare in Inghilterra a vedere il collegio militare dove aveva studiato, dove si era preparato, e agli allievi ufficiali ha detto: ‘Guardate, qui è stata vinta la battaglia di Waterloo’. E così dico a voi, cari giovani: avrete delle battaglie nella vita a 30, 40, 50 anni, ma se volete vincerle, adesso bisogna cominciare, adesso prepararsi, adesso essere assidui allo studio e alla scuola”.
I Santi ci fanno sognare
I sogni si legano inoltre alle testimonianze scaturire da percorsi di vita tracciati nel solco della santità. Nella solennità di Tutti i Santi, il primo novembre del 1969, Papa Paolo VI all’Angelus afferma che i Santi “ci fanno sognare”. “Essi ci mandano questo consolante messaggio: è possibile e lo confermano con i loro esempi, con la loro fraterna intercessione. Ci insegnano quali sono i veri valori indispensabili: quelli della pietà, quelli della bontà. Ci fanno sognare i Santi. Ma non sono sogni. È una visione ch’essi ci aprono davanti, la visione del cielo; del cielo sopra la terra; del cielo dove con Cristo campeggia la Regina del cielo, alla quale diciamo il Nostro Angelus”.
Sogni da Assisi al mondo
I sogni possono anche diventare realtà. Papa Giovanni XXIII, rivolgendosi il 4 ottobre del 1962 ai fedeli riuniti presso la Basilica inferiore ad Assisi, ricorda il cammino percorso da San Francesco. “Il possesso di Dio fu dapprima il sogno, poi la meta di Francesco d'Assisi. Da giovanetto egli aveva tutto, ma niente gli bastava. Volle darsi al Signore, per possedere Dio quanto più intensamente possibile; e per arrivare a tanto, egli si spogliò di tutte le cose terrene”. “San Francesco, aggiunge Papa Roncalli, ha riassunto “in una sola parola il ben vivere, insegnandoci come dobbiamo valutare gli avvenimenti, come metterci in comunicazione con Dio e con i nostri simili”. Questa parola “dà il nome a questo colle che incorona il sepolcro glorioso del Poverello: Paradiso, Paradiso!”.
Progetti da realizzare
I sogni possono diventare la realizzazione di progetti di vita. Rivolgendosi a giovani sposi durante l’udienza generale del 27 gennaio del 1943 , Papa Pio XII si sofferma sulla “virtù del focolare domestico”. La famiglia è un focolare acceso con il matrimonio. Ed è aperto al futuro. “Il focolare. Quante volte - afferma il Pontefice - specialmente dacché avete pensato alle nozze, dal tempo del vostro fidanzamento, voi, diletti sposi novelli, avete sentito risonare questa parola alle vostre orecchie nel coro delle felicitazioni e degli auguri dei vostri parenti e dei vostri amici! Quante volte essa è salita spontaneamente dal vostro cuore alle vostre labbra! Quante volte vi ha riempiti di una dolcezza ineffabile, compendiando in sé tutto un sogno, tutto un ideale, tutta una vita”.
Sogni premonitori
I sogni possono anche essere premonitori. Nella lettera del 1934 di Papa Pio XI che proclama santo don Giovanni Bosco, si ricorda come i passi della vita possono essere preceduti dall’esperienza del sogno. “Ma più che d’ogni altro preferiva occuparsi dei ragazzi e dei giovani, specialmente di quelli che, abbandonati dai genitori, trascinavano una vita oziosa ed errabonda tra le insidie della strada, senza che alcuno pensasse a parlare loro di Dio e li educasse all’onestà del vivere. E ritenendo che proprio questa fosse la particolare missione dalla Provvidenza di Dio assegnatagli, già, come si narra, prevista in sogno fin dalla sua fanciullezza, e cioè condurre sulla via della salute i ragazzi specialmente dell’infima plebe, dopo matura riflessione, con generoso animo stabilì di consacrarsi completamente all’attuazione di quest’opera, tanto più che già prevedeva quanto essa fosse per giovare all’intera società civile”.
Sogni degli anziani
I sogni scaturiscono anche dalla voce preziosa degli anziani, con il loro fondamentale ruolo di testimoni di vita e di fede. Gli anziani, come ha più volte ricordato Papa Francesco sono la memoria, le radici dei popoli, l'anello di congiunzione tra le generazioni. Nel videomessaggio per la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani , il Pontefice scrive: “I sogni sono intrecciati con la memoria. Penso a quanto è preziosa quella dolorosa della guerra e a quanto da essa le nuove generazioni possono imparare sul valore della pace. E sei tu a trasmettere questo, che hai vissuto il dolore delle guerre. Ricordare è una vera e propria missione di ogni anziano: la memoria, e portare la memoria agli altri”. I sogni sono un ponte tra generazioni, si intrecciano con speranze e progetti. Per questo vanno custoditi e non si deve smettere di sognare.
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