Il dolore del Papa per gli attacchi in Nigeria: garantire l'incolumità dei cittadini
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Si dice addolorato, Papa Francesco, per i sanguinosi attacchi che si stanno consumando in queste ore in Nigeria, dove è in corso una battaglia intestina tra le due principali fazioni jihadiste Boko Haram e Iswap, lo Stato islamico dell’Africa occidentale, affermatosi dopo la morte di Abubakar Shekau, leader di Boko Haram morto a maggio.
La preghiera del Papa
Al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI, il Papa piange le vittime degli assalti armati in due villaggi: “Ho appreso con dolore la notizia degli attacchi armati avvenuti domenica scorsa contro i villaggi di Madamai e Abun nel nord della Nigeria”, dice il Pontefice. “Prego per coloro che sono morti, per i feriti e per l’intera popolazione nigeriana”. Da qui un appello: “Auspico che nel Paese sia sempre garantita l’incolumità di tutti i cittadini!”.
Assalti armati
Uomini non identificati hanno attaccato il 26 settembre il villaggio di Madamai, nel distretto di Kaura: 34 residenti sono stati uccisi nell’attacco, sette i feriti, secondo fonti della sicurezza dello Stato di Kaduna. I soldati sono subito intervenuti e, dopo un intenso scontro a fuoco, hanno costretto gli aggressori al ritiro. Come rappresaglia per questo attacco, altre otto persone sono state uccise, sei ferite, e diverse case distrutte nel villaggio di Kacecere, secondo notizie diffuse la sera di lunedì.
Crisi di sicurezza
Aggravata dal cambiamento climatico e da un boom demografico su un Paese che conta già circa 200 milioni di abitanti, la violenza sporadica ha portato a una grave crisi di sicurezza, con attacchi di banditi armati e rappresaglie tra le comunità. Le bande criminali saccheggiano i villaggi, rubano il bestiame e compiono rapimenti a scopo di riscatto. Quest’anno, secondo l’Unicef, le bande hanno preso di mira scuole e università, arrivando a sequestrare oltre 1.400 studenti.
Una "lotta mortale" di nove ore
Ai morti dei villaggi si sono aggiunti gli oltre cento decessi – secondo la locale sicurezza - nel blitz sferrato, tra il 27 e il 28 settembre, dai seguaci di Shekau contro un bastione dei combattenti dell’Iswap sul lato nigeriano del Lago del Ciad. Una “lotta mortale”, come definita dai locali pescatori, durata circa nove ore, dalle 4 del pomeriggio fino alle prime luci dell’alba, con l’obiettivo di conquistare l’isola strategica di Kirta Wulgo, considerata una roccaforte di Iswap e utilizzata per l’importazione di armi e forniture di cibo nel proprio territorio.
Il timore di un prolungamento del conflitto
Fonti locali spiegano che quest’ultimo attacco sia un tentativo di Boko Haram finalizzato a contrastare il consolidamento in quella regione dello Stato islamico dell’Africa occidentale. Già il mese scorso Boko Haram aveva tentato di invadere Kirta Wulgo, venendo respinto però dai miliziani di Iswap e subendo pesanti perdite. Adesso con questa battuta d’arresto, Iswap potrebbe cercare vendetta. Il timore è che questo sia solo l’inizio di una battaglia interna che durerà ancora a lungo.
Nelle scorse ore, infine, altri 18 soldati sono morti nell’agguato di Iswap nel campo di Burkusuma, una loro basi militari nello stato di Sokoto, nell'estremo nord-ovest della Nigeria, al confine con il Niger.
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