Francesco: grazie ai missionari che testimoniano Gesù anche a caro prezzo
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
L’applauso di Piazza San Pietro diretto a quegli estremi confini geografici e culturali, cui arrivano portando il Vangelo le missionarie e i missionari del ventunesimo secolo, non senza rischi anche molto seri. L’applauso, nella Giornata missionaria mondiale, lo chiama direttamente Francesco, che poi batte le mani assieme ai 12 mila che lo guardano dal basso del colonnato del Bernini. La “gratitudine” del Papa va ai “sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici”, apostoli contemporanei che, dice, sono “in prima linea”.
“Spendono le loro energie al servizio della Chiesa pagando in prima persona – a volte a caro prezzo – la loro testimonianza. E lo fanno, non per fare proselitismo, ma per testimoniare il Vangelo nella loro vita nelle terre che non conoscono Gesù.
Le nuove Beate, servizio ed entusiasmo
Poco prima, Francesco aveva chiesto un primo applauso per le due Beate che tra ieri e oggi arrivano alla venerazione degli altari. Di suor Lucia dell’Immacolata, delle Ancelle della Carità, beatificata ieri a Brescia, il Papa ricorda il suo carattere di “donna mite e accogliente”, che si spegne 45.enne “dopo una vita spesa al servizio del prossimo anche quando la malattia l’aveva fiaccata nel corpo ma non nello spirito”. Di Sandra Sabattini – la studentessa di medicina morta a 22 anni per un incidente stradale – il tratto in evidenza è invece quello della “ragazza gioiosa, animata da grande carità e dalla preghiera quotidiana”, al “servizio dei più deboli” con entusiasmo “nel solco del carisma del Servo di Dio Don Oreste Benzi”.
Gli altri saluti di Francesco ai vari gruppi in piazza raggiungono i partecipanti alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che chiude a Taranto, i membri della comunità peruviana e di quella filippina, le religiose capitolari delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, la Comunità dell’Emmanuel. Un saluto particolare poi è per i partecipanti alla “maratona” da Treviso a Roma e per quelli che stanno percorrendo il “Cammino” dalla Sacra di San Michele fino a Monte Sant’Angelo, tra cui anche l’ingegnere malato di Sla, Matteo Gamerro.
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