Marcia Perugia-Assisi, Francesco: scandalose le enormi spese per le armi
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
E’ scandaloso che dopo “le due immani guerre mondiali” e “le tante guerre regionali che hanno distrutto popoli e Paesi”, ancora oggi gli Stati “spendono enormi somme di denaro per gli armamenti”, mentre “nelle Conferenze internazionali si proclama la pace”, distogliendo così lo sguardo “dai milioni di fratelli e sorelle che mancano del necessario per vivere o trascinano un’esistenza indegna dell’uomo”. E’ il cuore del forte messaggio che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti alla 60.ma marcia per la pace Perugia-Assisi, e letto al termine dell’evento, nella città di san Francesco, dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, l’arcivescovo Domenico Sorrentino.
Cresce il valore della cura, positivo segno dei tempi
Conclusa la marcia, il cui tema quest’anno è stato “La cura come nuovo nome della pace”, e dopo il saluto del custode del Sacro Convento di Assisi, monsignor Sorrentino ha letto le parole del Papa, datate 4 ottobre, festa del Poverello, dalla loggia che dà sulla piazza inferiore di San Francesco. Il Pontefice si rallegra per la scelta del tema, e spiega che “nel fatto che intorno al valore del prendersi cura, riferito agli altri e all’ambiente, si riscontri oggi un’ampia condivisione, possiamo riconoscere un positivo segno dei tempi”. Una condivisione che la pandemia “ha contribuito a far emergere”. Con il vostro cammino, scrive Francesco ai partecipanti alla marcia, “voi avete affermato che la cultura della cura è una strada, anzi, è la strada maestra che conduce alla pace”, citando il suo ultimo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio.
La cura è il contrario dell'indifferenza e dello scarto
“La cura, infatti – aggiunge - è il contrario dell’indifferenza, dello scarto, del violare la dignità dell’altro, cioè di quell’anti-cultura che è alla base della violenza e della guerra”. Visto lo scandalo delle enormi spese degli Stati per gli armamenti, conclude il Papa, “è più che mai necessario camminare sulla via della cura: non una volta all’anno, ma ogni giorno, nel concreto della vita quotidiana”, con l’aiuto di Dio che è padre di tutti e di tutti si prende cura, “perché impariamo a vivere insieme da fratelli e sorelle”.
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