A Cipro e in Grecia, Koch: un viaggio all’insegna dell'ecumenismo e della solidarietà
Mario Galgano – Città del Vaticano
Il viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia si è concluso da pochi giorni, ma è ancora vivo il ricordo dei momenti salienti che hanno visto il Pontefice incontrare le realtà ortodossa dell’isola e del Paese ellenico, ma anche affrontare il problema politico di Cipro dolorosamente divisa dal 1974 e, a Lesbo, il dramma dei rifugiati. Nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, afferma che la visita papale ha gettato importanti semi in campo ecumenico e per la soluzione di quei problemi.
Cardinale Koch, sono passati alcuni giorni dal viaggio del Papa. Dal punto di vista ecumenico quale bilancio possiamo tracciare?
Dal punto di vista ecumenico il bilancio è molto positivo. Il Santo Padre ha potuto incontrare i capi delle Chiese ortodosse di Cipro e della Grecia. I colloqui con l’arcivescovo Chrisostomos, a Nicosia, e con l’arcivescovo Ieronimos, ad Atene, sono stati molto cordiali. Si vedeva la stima reciproca tra le due Chiese, dalla quale si percepivano le aspettative e le speranze per il futuro dialogo e per una futura collaborazione.
Proprio su questo aspetto, i problemi politici di Cipro e quelli dell’immigrazione come possono essere affrontati insieme?
A Cipro si vive la tragica divisione dell’isola e la Chiesa ortodossa locale aspetta l’aiuto anche della Chiesa cattolica per superare questo grande problema. Il problema dell’immigrazione tocca sia Cipro che la Grecia, questo il senso della preghiera ecumenica per i rifugiati, per vivere insieme questa sfida. Ma soprattutto il Papa è andato a Lesbo per la seconda volta per mostrare la sua solidarietà a tutti i migranti e rifugiati, ma anche dimostrare che la situazione dei migranti è una sfida comune per cattolici e ortodossi, ma soprattutto una sfida comune per tutta l'Europa.
Cipro, tra l’altro, è un po’ la periferia della Terra Santa, fa parte della Terra Santa. Secondo lei, eminenza, è stato messo anche questo in risalto in questo viaggio del Papa: cioè una visita in Terra Santa in un certo senso?
Direi di sì, infatti era presente il patriarca di Gerusalemme dei latini, monsignor Pierbattista Pizzaballa, che ha salutato il Santo Padre come responsabile per la Terra Santa, quindi territorio apostolico. Il Santo Padre ha ricordato anche i grandi missionari come Paolo e Barnaba. Quest’ultimo infatti è il patrono dell’isola di Cipro. Il Papa ha parlato molto di questo apostolo e anche dell’importanza di andare alle radici apostoliche. E io penso che l'unità nelle radici apostoliche è anche un aiuto per il dialogo ecumenico, perché il passato è comune. Anche se successivamente sono sorte delle differenze, le radici sono comuni e l’impegno di ritrovare l’unità nelle radici. Questo mi sembra molto importante.
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