Gli aiuti del Papa per le Filippine e i migranti al confine con la Belarus
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Da un lato la catastrofe che ha colpito al cuore le Filippine – 400 morti almeno, decine di dispersi e 8 milioni di persone coinvolte in 11 regioni, secondo i dati Onu. Dall’altro quella che è stata definita “la frontiera della vergogna”, quella tra Belarus e Polonia dove i migranti bloccati da mesi continuano a morire senza neanche più i media a dare conto della loro tragedia. In mezzo la solidarietà del Papa, il cui sguardo è andato a entrambe le crisi con la decisione di far giungere sui due fronti umanitari la cifra di 100 mila euro da destinare agli aiuti.
Filippine, aiuto immediato
Francesco ha affidato al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale il compito di fa recapitare la somma nelle Filippine, con la collaborazione della locale nunziatura apostolica. Destinatarie saranno – riferisce un comunicato del dicastero vaticano - le “diocesi maggiormente toccate dalla calamità” e il contributo, destinato a “opere di assistenza” in questa fase emergenziale, vuole essere “un’immediata espressione del sentimento di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento del Santo Padre nei confronti delle persone e dei territori colpiti”, già espresso all’Angelus del 19 dicembre scorso. Contributo, si precisa, che è “parte degli aiuti che si stanno attivando in tutta la Chiesa cattolica e che coinvolgono, oltre a varie Conferenze episcopali, numerosi organismi di carità”.
Nella terra di nessuno
Stessa decisione, da parte del Papa, ha riguardato anche la lunga emergenza in quella terra di nessuno – soprattutto di nessun diritto e quindi “paradiso” per ogni tipo di traffico a cominciare da quello umano – che è diventata da mesi il tratto di terra che separa Belarus e Polonia, con in cinque mesi ha visto migliaia di persone tentare di entrare in Europa. Per alleviare la loro situazione, Francesco ha stanziato 100 mila euro per sostenere Caritas Polska nel suo lavoro di assistenza.
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