Il Papa all’Associazione Santi Pietro e Paolo: il vostro stile sia umanità e speranza
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un ringraziamento per i 50 anni profusi in attività culturali e caritative, ma soprattutto per il servizio nella Basilica di San Pietro e in occasione di celebrazioni liturgiche pontificie, assieme a qualche indicazione per il futuro. Articola su questi due punti, il Papa, il suo discorso ai membri dell’Associazione Santi Pietro e Paolo, riuniti nell’Aula Paolo VI con i loro familiari, che l’anno scorso hanno celebrato il cinquantesimo anniversario di fondazione. “È bello vedere che, in questo mezzo secolo di vita, voi siete passati dall’essere ‘guardia d’onore di palazzo’ all’onore di essere ‘a servizio’ dell’umanità pellegrina, rendendo così una particolare testimonianza di vita cristiana, di apostolato e di fedeltà alla Sede Apostolica”, afferma Francesco accennando al passato dell’Associazione, nata nel 1971 per volontà di Paolo VI al fine di raccogliere l’eredità di ideali della Guardia Palatina d’Onore, dopo lo scioglimento, l’anno prima, dei corpi armati pontifici. Poi Francesco evidenzia quanto giornalmente reso dai soci dell’organismo costituito a norma del Codice di Diritto Canonico, e rimarca che la vita è "arte dell’incontro" e che l'incontro "è come l’ossigeno della vita: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Attraverso i vostri servizi quotidiani voi diventate artigiani dell’incontro, portando il calore della gentilezza di Gesù a chi entra nella Basilica di San Pietro, a chi ha bisogno di una indicazione, a chi ha bisogno di un sorriso per sentirsi a casa. Grazie per aver accolto questo del sorriso, credo che è un po' la mistica vostra. Sempre il sorriso che favorisce l’incontro. Il sorriso è un ponte. Il sorriso è un ponte.
Il programma affidato dal Papa all'associazione
Quindi, perché il “prezioso servizio” dei membri dell'Associazione Santi Pietro e Paolo “possa continuare ad essere testimonianza” per quanti vi si relazioneranno, “in un contesto che risentirà ancora degli effetti della pandemia”, Francesco esorta a ricominciare “con più umanità, guardando a Gesù, con la speranza nel cuore”. Sviluppando nel dettaglio il suo invito, che definisce un programma per l'Associazione, il Papa suggerisce di fare “tesoro di quanto si è vissuto, tenendo conto che siamo tutti un po’ cambiati. “E, spero, migliorati - aggiunge - ma sempre pronti a servire secondo il motto della vostra Associazione, ‘Fide constamus avita’: ‘Perseveriamo saldamente nella fedeltà dei nostri padri’”. Francesco insiste poi sul fatto che la pandemia ha portato alla consapevolezza che “ciò che veramente conta per la vita sono i rapporti umani”, che “tutti sentiamo il bisogno di volerci bene, di vivere più uniti, di sentirci rivolgere parole buone e incoraggianti e, a nostra volta, di donarle con uno stile di vita pieno di speranza”, e per questo incoraggia “a continuare a mostrare questo volto con più umanità”. Poi il Papa spiega cosa vuol dire per l’associazione guardare a Gesù:
La vostra Associazione ha sempre proposto la vita di Gesù come lo stile di vita pienamente umano, il punto di riferimento e il fondamento per l’uomo di ogni tempo, e quindi anche per l’uomo di oggi. Ma ancora di più ora, vogliamo testimoniare la nostra fede annunciando che la nostra vita concreta trova la sua radice nell’umanità di Gesù.
Per Francesco è proprio guardando a Gesù che “ci sentiamo chiamati sempre di più a un servizio quotidiano fatto di accoglienza, di condivisione, di ascolto fraterno, di vicinanza umana”, mostrando così, “con i fatti, la bellezza e la forza del Vangelo”. Infine il Papa raccomanda che “la speranza non deve mai mancare nel cammino del credente” e prosegue:
Siamo di Cristo, siamo innestati in Lui con il Battesimo; in noi c’è la sua presenza, c’è la sua luce, c’è la sua vita. Camminiamo dunque sorretti dalla sua Parola: è parola di vita. Camminiamo con gioia e speranza, consapevoli che il Signore non smetterà mai di sostenere il nostro impegno di bene.
L’invito ai giovani
E ancora si rivolge in modo speciale ai giovani:
Vi incoraggio a donare le vostre energie per chi è nel bisogno, e per diventare uomini capaci di incontri veri e sinceri.
La preghiera a Maria
Francesco termina il suo discorso affidando l’Associazione Santi Pietro e Paolo a Maria e recitando insieme ai presenti la preghiera dell’Associazione alla Vergine:
Vergine Santa e Madre nostra tenerissima, che fosti sempre fedele a Dio nell’eroico adempimento della tua sublime missione, deh, ci ottieni, ti preghiamo, che, dietro il tuo esempio, ci manteniamo anche noi, fedeli in tutte le vicende della vita, alla nostra vocazione cristiana ed ai cenni della divina grazia.
Abbiamo assunto col nostro Dio impegni sacrosanti: tu ci impetra che la nostra fede, da ogni parte insidiata e combattuta, non vacilli giammai.
Siamo figli della Chiesa: tu fa’ che, fermi nell’amore ardente alla Chiesa stessa e nell’obbedienza devota al suo Capo visibile, sia nostra gloria fortemente operare e generosamente soffrire. Così, da te aiutati, o Vergine Maria, compiuta la nostra terrena giornata, meriteremo in cielo l’immortale corona. Amen.
Virgo Fidelis, ora pro nobis.
La storia dell’Associazione Santi Pietro e Paolo
Oggi i suoi soci sono cattolici di Roma che, come si legge nello Statuto, desiderano “rendere una particolare testimonianza di vita cristiana, di apostolato e di fedeltà alla Sede Apostolica”. L'Associazione Santi Pietro e Paolo si articola in tre Sezioni - quella per le attività culturali e varie; quella per le attività liturgiche; quella per le attività caritative - e nasce sulle ceneri della Guardia Palatina d’Onore di Sua Santità, istituita da Pio IX con decreto del 14 Dicembre 1850 che unificò i preesistenti corpi della Milizia Urbana e della Guardia Civica Scelta. La nuova Guardia prese il nome dalla Compagnia Palatina di quest’ultima, che fu l’unico corpo armato rimasto fedele al Papa durante i moti rivoluzionari del 1848-49 e dopo l’esilio di Gaeta. Fu “destinata al servizio della Sacra Persona di Sua Santità” e molti furono i cambiamenti che la interessarono nel corso dei suoi 120 anni di esistenza. Qualche anno prima il suo venir meno, al servizio di rappresentanza in divisa affiancò un servizio in borghese durante le cerimonie pontificie. Nel 1970 Paolo VI decise di abolire i corpi armati pontifici e l’anno successivo, con l’istituzione dell’Associazione Santi Pietro e Paolo, si realizzò la trasformazione definitiva da corpo militare a servizio civile. L’Associazione, che fino ora ha servito 5 pontificati, dipende dalla Segreteria di Stato, è diretta da un presidente, che la rappresenta, da un vice presidente, dai dirigenti delle tre Sezioni Liturgica, Culturale e Caritativa e da assistenti spirituali. Pubblica un periodico, “Incontro”, il cui primo numero risale al dicembre del 1973, e ha sede nel Palazzo Apostolico della Città del Vaticano, in una parte dello storico quartiere della Guardia Palatina D’Onore, con ingresso dal Cortile di San Damaso.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui