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Il Papa saluta il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Ladaria Il Papa saluta il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Ladaria

Il Papa: dalla Chiesa forte impegno per rendere giustizia alle vittime di abusi

Francesco riceve i partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede ed esorta ad avere “discernimento” nella lotta agli abusi e anche nei casi di scioglimento del vincolo matrimoniale "in favorem fidei". Un invito al discernimento anche nell'affrontare i fenomeni soprannaturali e il percorso sinodale e a difendere la dignità umana “dal concepimento alla morte naturale”

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Lotta “contro gli abusi di ogni tipo”, con “discernimento”, con una “più incisiva” azione giudiziaria e con la forte volontà di “rendere giustizia” alle vittime. Offre indicazioni ben precise, Papa Francesco, ai membri della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Dicastero deputato alla trattazione dei delicta graviora, tra cui il drammatico fenomeno degli abusi da parte del clero. Ricevendo nel Palazzo Apostolico i partecipanti alla plenaria, il Pontefice indica tre parole, “dignità”, “fede”, “discernimento”, per svolgere pienamente il lavoro di promozione e tutela dell’integrità della dottrina cattolica sulla fede e sulla morale. "Integrità feconda", dice. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Lotta agli abusi 

L’esercizio del discernimento, sottolinea il Papa nel suo discorso, trova “un ambito di necessaria applicazione nella lotta contro gli abusi di ogni tipo”.

La Chiesa, con l’aiuto di Dio, sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri, applicando con particolare attenzione e rigore la legislazione canonica prevista.

Francesco ricorda il recente aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, frutto del “desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria”. Essa da sola, tuttavia, “non può bastare per arginare il fenomeno”, ammette, “ma costituisce un passo necessario per ristabilire la giustizia, riparare lo scandalo, emendare il reo”.

Il Papa nell'udienza ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede
Il Papa nell'udienza ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede

Scioglimento del vincolo matrimoniale

Lo stesso discernimento il Pontefice lo invoca per i "presunti fenomeni soprannaturali, per i quali il popolo di Dio deve ricevere indicazioni sicure e solide". Ma soprattutto serve discernimento, rimarca Francesco, per un altro compito della Dottrina della Fede, quale lo scioglimento del vincolo matrimoniale in favorem fidei. "Quando, in virtù della potestà petrina, la Chiesa concede lo scioglimento di un vincolo matrimoniale non-sacramentale, non si tratta solo di porre fine canonica ad un matrimonio, comunque già fallito di fatto, ma, in realtà, tramite questo atto eminentemente pastorale intendo sempre favorire la fede cattolica - in favorem fidei! - nella nuova unione e nella famiglia, di cui tale nuovo matrimonio sarà il nucleo".

Un percorso sinodale con discernimento

Il Papa si sofferma quindi sulla "necessità del discernimento nel percorso sinodale". "Qualcuno - dice a braccio - può pensare che il percorso sinodale è ascoltare tutti, fare un’inchiesta e dare dei risultati. Tanti voti, tanti voti, tanti voti… No. Un percorso sinodale senza discernimento non è un percorso sinodale".

Ci vuole - nel percorso sinodale - discernere continuamente le opinioni, i punti di vista, le riflessioni. Ma non si può andare nel percorso sinodale senza discernere. Questo discernimento è quello che farà del sinodo un vero sinodo del quale il personaggio - diciamo così - più importante è lo Spirito Santo, e non un parlamento o un’inchiesta di opinioni che possono fare i media. Per questo sottolineo: è importante il discernimento nel percorso sinodale.

Francesco saluta monsignor Charles Scicluna, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fed
Francesco saluta monsignor Charles Scicluna, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fed

Difendere la dignità di ogni essere umano

 “Dignità” è poi l’altra parola da cui Papa Francesco muove la sua riflessione:

Nella nostra epoca, tuttavia, segnata da tante tensioni sociali, politiche e persino sanitarie, cresce la tentazione di considerare l’altro come estraneo o nemico, negandogli una reale dignità.

Specialmente in questo tempo, pertanto è necessario richiamare, “seguendo fedelmente un bimillenario insegnamento ecclesiale”, che “la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale”, rimarca il Papa. Proprio l’affermazione di una tale dignità “è il presupposto irrinunciabile per la tutela di un’esistenza personale e sociale”, nonché “condizione necessaria perché la fraternità e l’amicizia sociale possano realizzarsi tra tutti i popoli della terra”.

Far rinascere la fraternità

L’obiettivo è “far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”: se "la fraternità è la destinazione che il Creatore ha disegnato per il cammino dell’umanità, la strada principale resta quella del riconoscimento della dignità di ogni persona umana”, evidenzia Francesco. “L’uomo è infatti il capolavoro della creazione: è voluto e amato da Dio come partner dei suoi disegni eterni, e per la sua salvezza Gesù ha dato la vita fino a morire sulla croce per ogni uomo, per ciascuno di noi”.

Papa Francesco durante l'udienza in Sala Clementina
Papa Francesco durante l'udienza in Sala Clementina

No a una fede vaga e annacquata

Sulla stessa scia, il Papa affronta il tema della “fede”, senza la quale - dice - “la presenza dei credenti nel mondo si ridurrebbe a quella di un’agenzia umanitaria”. “La fede dev’essere il cuore della vita e dell’azione di ogni battezzato”, sottolinea. “E non una fede generica o vaga, come se fosse vino annacquato che perde valore”: “Non accontentiamoci di una fede tiepida e abitudinaria, di manuale”, esorta il Papa. Serve una fede “genuina, schietta”, una fede che “infiamma” il cuore degli uomini di oggi. Una fede che “mette in crisi”:

Mai dobbiamo dimenticare che una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi; una fede che non ci fa crescere è una fede che deve crescere; una fede che non ci interroga è una fede sulla quale dobbiamo interrogarci; una fede che non ci anima è una fede che deve essere animata; una fede che non ci sconvolge è una fede che deve essere sconvolta.

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21 gennaio 2022, 10:45