Il Papa: la fiducia non va riposta nelle armi
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Una candela è l’immagine scelta per accompagnare il tweet di Papa Francesco di oggi, ancora una volta anche in lingua ucraina e russa, tratto dal numero 260 dell’enciclica Fratelli tutti.
Insieme alla frase anche gli hashtag #PreghiamoInsieme e #Ucraina.
Diplomazia e dialogo per la pace
“Resistiamo in preghiera”: è il comunicato quotidiano di Sua Beatitudine Shevchuk, arcivescovo maggiore adi Kiev-Halyic, della Chiesa greco-cattolica ucraina, che parla anche di atrocità e del volto disumano di chi uccide, di una guerra sanguinosa, disumana e crudele. Ricordando che è il primo giorno di Quaresima per chi segue il calendario gregoriano, Shevchuk sottolinea che sarà un periodo molto speciale in attesa della Resurrezione. Ringrazia ancora il Papa per la vicinanza espressa all’Angelus e tutti coloro che stanno aiutando l’Ucraina. Forte l’appello a fermare la guerra che ha come alternativa la diplomazia e il dialogo, strade per arrivare alla pace. “Bisogna sedersi al tavolo delle trattative”, è la conclusione dell’arcivescovo.
Le preghiere di Bartolomeo
Di ieri il colloquio telefonico tra il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e il presidente ucraino Zelensky che "ha descritto la situazione nel suo Paese dopo l'invasione militare della Russia”. Il presidente Zelenskyy ha espresso gratitudine per “le manifestazioni di sostegno da parte del Patriarcato ecumenico nei confronti della sua travagliata nazione".
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