Il Papa: Dio, ascolta la preghiera di chi fugge dal frastuono delle armi in Ucraina
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Nei duecentoquaranta caratteri di Twitter - il social media che permette il raggiungimento contemporaneo di milioni di utenti - Francesco condensa tutto il suo dolore per la devastazione che travolge in queste ore l’Ucraina. Dopo gli appelli contro le armi o per gli aiuti alla popolazione, tramite citazioni di brani della Fratelli Tutti, per il suo messaggio di oggi diffuso tramite l’account @Pontifex in dieci lingue, il Papa formula una preghiera. Accompagnata da un profilo del Pontefice a capo chino nell'atto di pregare, l'orazione è dedicata soprattutto a chi ora “sta soffrendo sotto i bombardamenti”, come ha detto ieri nell’udienza generale. Al testo seguono gli hashtag #PreghiamoInsieme e #Ucraina. Il tweet, come gli altri, è stato tradotto anche in lingua russa e ucraina.
Shevchuck: Signore, ferma questo orrore
Nel suo comunicato diffuso ogni giorno da giorni, l’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, ricorda che oggi l’Ucraina è entrata nella seconda settimana di questa “terribile guerra” che, ancora questa notte, si è mostrata in tutto il suo orrore. Alla capitale in queste ore, afferma, “sono rivolti gli occhi delle persone di tutto il mondo, di tutte le chiese, religioni, denominazioni”. Una unità resa concreta dalla preghiera comune per la pace nella Basilica di Santa Sofia di tutti i rappresentanti di tutte le chiese e le organizzazioni religiose ucraine. L'arcivescovo ucraino conclude con una accorata invocazione al Signore: “Ti preghiamo, Dio, nella tua sapienza ferma la guerra!”.
I vescovi bielorussi: fare tutto il possibile per la pace
Anche i vescovi cattolici bielorussi hanno diffuso oggi una dichiarazione di condanna della guerra. "Siamo profondamente preoccupati", scrivono, che il lungo conflitto tra Russia e Ucraina sia sfociato ora in una situazione di guerra crudele. I presuli guardano ai coloqui in terra bielorussa auspicando la buona riuscita delle "azioni diplomatiche". Oggi, concludono, "mentre si sviluppa il futuro non solo dell'Ucraina, bisogna fare tutto il possibile per una risoluzione pacifica del conflitto".
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