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Il Libro sesto del Codice di Diritto Canonico Il Libro sesto del Codice di Diritto Canonico 

Motu proprio che adegua il Diritto Canonico alle ultime modifiche

Francesco interviene sul canone 695 per conformarlo alle variazioni subite dal Libro sesto del Codice, che tratta dei delitti e delle pene riguardanti i religiosi

Vatican News

Un Motu proprio necessario a "chiarire" alcune modifiche riguardanti un punto del Codice di Diritto Canonico e favorirne la giusta "interpretazione". Il segretario del Pontificio Consiglio per i testi Legislativi, il vescovo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, illustra così a Radio Vaticana-Vatican News la sostanza della Lettera apostolica del Papa Recognitum Librum VI, resa nota oggi. Oggetto dell'intervento di Francesco è in particolare il canone 695 - paragrafo 1 del sesto Libro del Codice, riformato lo scorso anno con la Costituzione apostolica Pascite gregem Dei, nel quale si tratta delle sanzioni penali nella Chiesa. "In esso - afferma il Papa - sono stati diversamente tipizzati alcuni delitti, altri nuovi sono stati introdotti e, inoltre, è mutata anche la successione dei canoni. Questo richiede, ai fini della concordanza con i canoni di altri Libri del Codice, una modifica”.

Il canone 695 - che parla della possibilità di un religioso di essere dimesso dal suo istituto a seconda dei reati commessi - faceva a sua volta riferimento, spiega monsignor Arrieta, ad altri canoni del Libro sesto che però con la riforma "sono stati spostati e hanno cambiato numerazione". Dunque "era necessario modificare anche questo canone" perché le varie corrispondenze risultassero esatte. In definitiva, sottolinea il segretario per i Testi Legislativi, il Motu proprio riguarda "una questione formale, non una modifica di fondo", dettato com'è da una esigenza di "congruità" per il lavoro dei canonisti.

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26 aprile 2022, 15:00