Il Papa: i sacerdoti che confessano siano "grandi perdonatori"
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un “lavoratore impavido e instancabile per la fede, per la giustizia e per la pace” la cui testimonianza è ancora viva nella memoria della Chiesa: Francesco definisce così Papa Adriano VI, vissuto nel XVI secolo e sepolto nella chiesa del Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima di Roma. L’occasione è l’udienza alla comunità del collegio che accoglie sacerdoti di lingua tedesca, temporaneamente nella capitale per motivi di studio, nel cinquecentesimo anniversario dell’elezione del penultimo Papa proveniente dal mondo germanico. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
L’impegno di Adriano VI
Francesco ricorda che Adriano VI, nel suo breve pontificato, durato solo poco più di un anno, “ha cercato soprattutto la riconciliazione nella Chiesa e nel mondo, mettendo in pratica le parole di San Paolo secondo le quali Dio ha affidato proprio agli Apostoli il ministero della riconciliazione”. Alla Dieta di Norimberga inviò Francesco Chieregati, suo nunzio, per chiedere alla Chiesa di Lutero e i suoi seguaci “perdono per i peccati dei prelati della Curia Romana”: "Coraggioso! Oggi avrebbe tanto lavoro!" aggiunge il Papa. Si impegnò, poi, perché Francesco I di Francia e Carlo V d’Asburgo raggiungessero un’intesa e potessero arginare insieme i minacciosi disegni di conquista dell’esercito ottomano. Da qui l’auspicio di Papa Francesco ai membri della comunità dell’Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima.
L’esempio della vita e dell’operato di Papa Adriano vi sproni a crescere nella vostra vocazione di servitori di Cristo. Che il Signore vi sostenga nel vostro ministero e vi conduca a una fede sempre più radicata nel suo amore, vissuta con gioia e dedizione.
La sollecitudine per la riconciliazione
In particolare, il Papa, esorta i sacerdoti a seguire le orme di Adriano VI nel loro essere ministri del Sacramento della Penitenza.
Il compito del confessore è perdonare, non torturare. Siate misericordiosi, grandi perdonatori, così la Chiesa vi vuole. Questo significa dare tempo all’ascolto delle confessioni, e farlo bene, con amore, con saggezza e con tanta misericordia. Ma non solo. Questo ministero coinvolge anche la predicazione, la catechesi, l’accompagnamento spirituale; e richiede prima di tutto - come sempre - la testimonianza. Per essere un buon servitore del perdono di Cristo, un sacerdote deve saper perdonare gli altri; dev’essere misericordioso nelle sue relazioni, essere un uomo di pace, di comunione.
Infine, Francesco, ringrazia la comunità del Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima per la visita, assicura la sua preghiera e ne chiede, ancora una volta, per il suo ministero.
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