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Il Papa ai giovani, siate missionari di gioia e di amore

Nell’udienza a “Missio Giovani”, il Papa esorta i ragazzi a rialzarsi, a prendersi cura dei fratelli e a testimoniare con la vita il Vangelo della gioia, non con il sorriso da pubblicità ma con il sorriso del cuore

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Gioiosi, aperti alla vita nuova che Gesù dona, pronti a vivere una “carità discreta ed efficace”, “fantasiosa e intelligente”. Francesco offre i “consigli utili” ai ragazzi incontrati in occasione del Convegno missionario giovanile, sul tema “Back to the COMIGI: La missione riparte dal futuro” e a 50 anni della nascita del Movimento giovanile missionario delle Pontificie Opere Missionarie, oggi “Missio Giovani”.

Una fede forte e viva

Sono tre i verbi che indica, tre capisaldi per la missione che, afferma il Papa, “si deve vivere ogni giorno”.  Sono: “rialzati, prenditi cura e testimonia”, “tre movimenti ben precisi” per sostenere il cammino. Rialzarsi come il giovane figlio della vedova di Nain che era morto e che Gesù risuscita, commosso dal dolore della madre, “del dolore di chi soffre spesso in modo composto e dignitoso, di chi ha perso la speranza, di chi non vede più un futuro”. Ridare vita per ricominciare un’azione, “per essere rilanciati verso un futuro di vita, carico di speranza e di carità verso i fratelli”.

Gesù ci dà la forza per alzarci e ci chiede di sottrarci alla morte del ripiegamento su noi stessi, alla paralisi dell’egoismo, della pigrizia, della superficialità. Queste paralisi sono un po’ dappertutto. E sono quelle che ci bloccano e ci fanno vivere una fede da museo, non una fede forte, una fede più morta che viva.

Samaritani con occhi e cuore verso gli altri

Francesco si sofferma poi sulla figura del Buon Samaritano che provvede all’uomo malmenato e gettato sull’orlo della strada. “Prendersi cura” è il secondo verbo che indica per “organizzare la carità con progetti di ampio respiro”. “Oggi abbiamo bisogno di persone, in particolare di giovani, che abbiano occhi per vedere le necessità dei più deboli e - aggiunge il Papa - un cuore grande che li renda capaci di spendersi totalmente”. L’invito è anche quello di guardare ai missionari del passato.

Sulle loro orme, con lo stile e le modalità adatte al nostro tempo, adesso tocca a voi realizzare una carità discreta ed efficace, una carità fantasiosa e intelligente, non episodica ma continua nel tempo, capace di accompagnare le persone nel loro cammino di guarigione e di crescita.

Vivere da risorti

Guardando poi alla testimonianza degli apostoli, Francesco chiede ai giovani di “condividere la felicità” con gli altri, dopo aver ricevuto il dono della vita nuova da Gesù. Testimoniare con la vita, “mettendo la firma” su quello che si vuole condividere, esponendosi, mettendoci il cuore.

Non dimenticate, questi tre verbi: rialzarsi dalla propria sedentarietà, per prendersi cura dei fratelli e testimoniare il Vangelo della gioia (…) Vi saluto con una frase di Sant’Oscar Romero: «Quanto più un uomo è felice, tanto più si manifesta in lui la gloria di Cristo». Vi auguro di essere missionari di gioia, missionari di amore. L’annuncio va fatto col sorriso, non con la tristezza.

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23 aprile 2022, 11:34