Francesco arrivato a Malta: "Sarà un viaggio breve, ma bello"
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
La forte brezza del Mediterraneo ha accolto l'arrivo di Papa Frangisku - questo il suo nome nella lingua locale - a Malta, l'arcipelago scelto da Jorge Mario Bergoglio come meta del 36.mo viaggio apostolico del pontificato. Un pellegrinaggio di meno di quarantott'ore "breve, ma bello", come ha affermato lo stesso Pontefice in aereo, dove, salutando i cronisti al suo seguito, ha detto che è una proposta sul tavolo l'idea di un viaggio a Kiev.
L'arrivo a Malta
Tra oggi e domani, Francesco visiterà La Valletta, Rabat, Floriana e l'isola di Gozo. L'Airbus A320 di Ita Airways con a bordo il Papa è atterrato alle 9.50 nell'Aeroporto Internazionale di Malta. Ad accogliere Francesco c'era il presidente della Repubblica, George William Vella, con la moglie. Le bandiere, quella bianca e rossa maltese e quella gialla e bianca vaticana, svolazzavano e la banda intonava i rispettivi inni, mentre Francesco faceva il giro del velivolo per andare a salutare il capo di Stato e le rispettive delegazioni. Il presidente ha abbracciato il cardinale maltese, Mario Grech, vescovo emerito di Gozo e attuale segretario generale del Sinodo dei vescovi, mentre il Papa si è soffermato a parlare con monsignor Charles Scicluna, arcivescovo metropolita di Malta. Due bambine hanno raggiunto il Pontefice per consegnargli un omaggio floreale.
L'incontro con le autorità
Con Vella, Francesco ha percorso poi il lungo tappeto rosso fino alla Presidential Lounge and Ministerial CIP Lounge. Subito dopo si è trasferito in auto al Palazzo del Gran Maestro a La Valletta. Arrivato lì, un passaggio in papamobile in mezzo a due ali di una nutrita folla che cantava, lanciava coriandoli e urlava: "Papa Francesco, Papa Francesco!". In quella che è stata la sede dei Gran Maestri dei Cavalieri di San Giovanni, che costruirono l’edificio nel 1571, si svolge la visita di cortesia al presidente, il quale, con la consorte, accompagna il Papa nella Pages’ Chamber dove ha luogo lo scambio dei doni. Sempre qui si tiene un breve incontro privato con il primo ministro Robert Abela e i familiari. Il Papa firma poi il Libro d’Onore nel Palazzo.
Nella Grand Council Chamber, è previsto l'incontro con autorità e corpo diplomatico, ai quali Papa Francesco rivolge il suo primo discorso pubblico.
La partenza
L'aereo con a bordo il Pontefice era partito questa mattina alle 8.40. Dopo il saluto a Santa Marta con alcune famiglie di rifugiati ucraini, il Papa era giunto nell'aeroporto "Leonardo Da Vinci" di Roma Fiumicino a bordo di una Fiat 500 L bianca. Scortato da alcune auto della Gendarmeria vaticana e della Polizia di Stato, ha varcato una delle porte carrabili dello scalo romano, per raggiungere la piazzola di parcheggio riservata all'aereo. Per motivi di sicurezza, a causa del forte vento, Francesco è salito a bordo dell'aereo con l'ausilio di un apposito elevatore, senza potersi affacciare, come di consueto, dal portellone del velivolo per porgere i saluti ai presenti. Tra loro, diverse autorità religiose e civili.
Il saluto ai giornalisti: la proposta di un viaggio a Kiev
Durante il breve volo, il Papa ha salutato uno per uno gli oltre 70 giornalisti che lo accompagnano nella trasferta.
Alla domanda di un corrispondente, Francesco ha risposto che un eventuale suo viaggio a Kiev è una proposta presa in considerazione. Tra i vari doni, al Papa è stato consegnato dalla corrispondente di Radio Cope, Eva Fernández, il dipinto realizzato da un migrante di nome Daniel Jude Okeoguale che ritrae il suo naufragio e la disperazione di non essere riuscito a salvare gli altri compagni. "Non sono sicuro che questo quadro rifletta quello che sento veramente, perché il mio cuore sta ancora sanguinando. Una parte della mia anima è stata strappata il giorno del naufragio", si legge in una lettera di accompagnamento dell'autore. "Per quanto abbia teso le mie mani, non ho potuto salvare i miei fratelli dalla morte. L'unico che avrei potuto trascinare sul gommone non ha voluto che lo salvassi quando ha capito che non sarei stato in grado di salvare gli altri". Già precedentemente il Papa aveva ricevuto un'altra opera di Daniel e subito ha riconosciuto 'la mano' dell'artista.
Il telegramma a Mattarella
Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Papa ha inviato il tradizionale telegramma al presidente Sergio Mattarella, nel quale esprime la "gioia" di incontrare "i fratelli nella fede" di un "Paese di luminosa bellezza al centro del Mediterraneo, nonché porto millenario di molteplici approdi e partenze". Il Pontefice invia al capo di Stato e all'intero popolo italiano "fervidi auguri di serenità e pace".
L'attesa della popolazione
Grande, intanto, da questa mattina all'alba l'attesa da parte della popolazione per l'arrivo del Vescovo di Roma, il cui volto sorride dai cartelloni affissi per le strade. La giornata di oggi, dopo una sosta in Nunziatura apostolica, continuerà con la visita al santuario mariano di Ta’ Pinu nell’"isola sorella” di Gozo. Nel grande piazzale davanti al Santuario, il Papa presiederà un incontro di preghiera con i fedeli. Lì nel 1883, la contadina Carmela Grima udì una voce che la invitò a recitare “tre Ave Maria, una per ogni giorno in cui il mio corpo è rimasto nella tomba”. Da allora il santuario è il luogo di pellegrinaggio più importante dell'isola.
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