Il Papa: compassione e accoglienza non si esauriscano a parole
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un clima festoso accoglie Francesco nel piazzale della basilica di San Paolo a Rabat. Il Papa si trattiene pochi minuti nella chiesa, poi viene accompagnato nella Grotta che la tradizione identifica come la dimora che abitò l’Apostolo delle Genti nei tre mesi trascorsi nell’isola, dopo il naufragio dell'imbarcazione che lo stava portando a Roma. A rievocare l’evento la riproduzione di una nave sulla quale arde un cero.
La preghiera nel ricordo di San Paolo
Ed è un momento di preghiera intimo quello in cui il Papa si raccoglie nel piccolo ambiente dalle pareti ancora rocciose, dove San Paolo si ritirava ogni giorno, dopo aver predicato, istruito i catecumeni e invocato l’onnipotenza di Dio sui malati.
Incede, poi, con passo lento verso la statua dell’Apostolo delle Genti e accende una lampada votiva a stelo, fusa in ottone argentato, che riporta una medaglia con il suo stemma papale e nel cui piedistallo è incisa la parola “Pax”. È il dono che Francesco lascia al luogo. Il Pontefice resta ancora qualche attimo in silenzio, quindi rivolge una preghiera a Dio, che rievoca l’accoglienza ricevuta da San Paolo a Malta. E proprio l’esempio della “rara umanità” che i maltesi manifestarono agli sconosciuti naufraghi induce il Papa a domandare aiuto al cielo per "riconoscere da lontano i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta”, chiedendo che “la nostra compassione non si esaurisca in parole vane” ma si concretizzi nell’accoglienza.
Terminata la sua preghiera, il Pontefice si sofferma ancora, come a voler ancora affidare ulteriori preghiere all'Apostolo delle Genti. Poi si sposta in uno spazio antistante e si siede per lasciare un suo pensiero nel Libro d’Onore: “In questo luogo sacro, che ricorda San Paolo, Apostolo delle Genti e padre della fede di questo popolo, ringrazio il Signore e lo prego perché conceda sempre ai maltesi lo Spirito della Consolazione e l’ardore dell’annuncio”. Quindi al Papa viene donato un quadro con un rilievo in terracotta che riproduce l'effigie di San Paolo e ancora gli viene offerto uno zucchetto identico al suo; Francesco lo indossa, vi appone la sua firma e lo restituisce perchè venga conservato a ricordo della sua visita.
Nella basilica con i fedeli
Il Papa percorre i luoghi calcati dall'Apostolo delle Genti, ora luoghi di culto, proseguendo il suo percorso nella chiesa di San Publio - governatore di Malta che ospitò Paolo a casa propria e, secondo la tradizione, primo vescovo dell'isola - all'interno della stessa basilica di San Paolo. Qui il Pontefice saluta 14 leader religiosi. Poi, giunto nella basilica, si ferma davanti l'altare centrale per recitare un’altra preghiera insieme ai fedeli radunati con lui.
O Dio, la tua misericordia è infinita
e inesauribile il tesoro della tua bontà:
accresci benigno la fede del popolo a Te consacrato,
perché tutti comprendano con sapienza
quale amore li ha creati,
quale Sangue li ha redenti,
quale Spirito li ha rigenerati.
L’incontro con malati, senzatetto e assistiti dalla Caritas
Prima di lasciare la basilica, Francesco saluta e si intrattiene con alcuni malati delle parrocchie, senzatetto - fra cui qualcuno ospitato nella “Casa di Papa Francesco” a Santa Venera - e una trentina di tossicodipendenti accolti in centri di recupero. Tutte persone che la Caritas Malta segue coordinando le 26 organizzazioni assistenziali della Chiesa nell’isola.
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