Il Papa agli studenti irlandesi: all'Università promuovete una vera cultura dell'incontro
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Non solo vedere, ma “guardare”. Non solo sentire, ma “ascoltare”. Non passare accanto alle persone, ma “fermarsi” e “impegnarsi con loro”. È così che si realizza quella “cultura dell’incontro” che Papa Francesco affida come missione prioritaria agli studenti della Cappellania Cattolica della Queen’s University di Belfast, in Irlanda. Un gruppo di 25 ragazzi e ragazze è stato ricevuto questa mattina nel Palazzo Apostolico, in occasione del cinquantesimo anniversario della Cappellania dell’Ateneo.
Incontrare chi ci sta accanto
Ai giovani irlandesi il Papa, nel discorso consegnato, chiede di approfondire la comprensione e l’apprezzamento della “ricchezza intellettuale e spirituale della tradizione cattolica” e, al contempo, “in uno spirito veramente evangelico”, di coltivare “la cultura dell’incontro tra di voi e nella comunità universitaria”. Perché tutto parte dall’incontro: la stessa fede cristiana, sottolinea il Pontefice, “è essenzialmente un incontro con Gesù Cristo”.
Se crediamo veramente in Gesù, dobbiamo cercare di comportarci come Gesù: incontrare gli altri, incontrare chi ci sta accanto, per condividere con loro la verità salvifica del Vangelo. Come persone, e specialmente come cristiani, siamo fatti in modo tale che non possiamo vivere, crescere e realizzarci se non nella ricerca della verità e nel dono sincero di noi stessi agli altri.
Una carovana solidale
Ciò che domanda il Papa agli studenti è un impegno personale: “Si tratta non semplicemente di vedere, ma di guardare; si tratta non solo di sentire, ma di ascoltare; non basta incontrare o passare accanto alle persone, ma occorre fermarsi per impegnarsi con loro sulle cose che contano veramente”. Ma al di là dell’impegno, ha detto ancora Francesco, è “esaltante” condividere il proprio viaggio con gli altri:
Ci sosteniamo a vicenda nella nostra ricerca della verità e ci sforziamo di tessere una rete di relazioni che possa rendere la nostra vita insieme una vera esperienza di fraternità, una carovana solidale, un santo pellegrinaggio
Ognuno può farsi, dunque, a suo modo “promotore di questa cultura dell’incontro nell’ambiente universitario” e così contribuire “a tenere vive le nobili tradizioni irlandesi di ospitalità, riconciliazione, fedeltà al Vangelo e perseveranza nella ricerca della santità”. Da qui un augurio conclusivo: “Che possiate continuare ad essere una comunità di fede e di amicizia nel cuore del campus universitario”.
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