Nigeria, il Papa: violenza indicibile, la pace prevalga sull'odio
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Un attacco "orribile", per il quale il Papa è rimasto "profondamente addolorato". Sono queste le prime parole del telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, con cui Papa Francesco si rivolge a monsignor Jude Ayodeji Arogundade, vescovo di Ondo, la diocesi di cui fa parte Owo, dove si trova la chiesa di San Francesco, luogo del violento attentato in cui ieri hanno perso la vita almeno 23 persone, tra cui due bambini. Decine i fedeli rimasti feriti.
Si converta chi è accecato dall'odio
Francesco assicura la sua "vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questo atto di indicibile violenza", quindi "raccomanda le anime dei morti alla misericordia di Dio" ed "implora la guarigione e la consolazione divina sui feriti e su coloro che vivono il lutto". Dal Papa poi la preghiera "per la conversione di coloro che sono accecati dall'odio e dalla violenza, affinché scelgano la via della pace e della rettitudine". Il telegramma indirizzato al vescovo di Ondo si conclude con "le benedizioni divine di conforto e forza", con l'invito rivolto ai fedeli a continuare a vivere il messaggio evangelico "con fedeltà e coraggio". Già ieri al dolore generale, mentre si chiarivano i dettagli dell'accaduto, si era unito il Santo Padre, come informava nel pomeriggio la Sala Stampa della Santa Sede. “Papa Francesco prega per le vittime e per il Paese, dolorosamente colpiti in un momento di festa, e affida entrambi al Signore, perché invii il Suo Spirito a consolarli”, riferiva poco più di 24 ore fa il portavoce Matteo Bruni.
La lettera del cardinale Zuppi
Anche il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, in una lettera ha voluto esprimere la vicinanza e il cordoglio dei vescovi italiani a monsignor Jude Ayodeji Arogundade. "Ci stringiamo al vostro dolore, invocando per quanti sono stati uccisi la misericordia del Padre e la consolazione del Paraclito per le loro famiglie", scrive Zuppi. Il porporato poi sottolinea come proprio ieri, nell'omelia della Messa di Pentecoste, il Papa ha ricordato che “lo Spirito Santo invita a non perdere mai la fiducia e a ricominciare sempre: alzati! alzati! Sempre ti dà animo: alzati! E ti prende per mano: alzati!”. "Come il Cireneo - prosegue - condividiamo il dramma di quanto avvenuto, portando insieme a voi il peso della Croce, nella consapevolezza che il nostro cammino sarà sempre rischiarato dalla luce della Risurrezione". Il presidente della Cei conclude così la lettera: "Il male non avrà mai l’ultima parola! Anche se l’oscurità e la morte sembrano avvolgere il mondo, siamo certi che la forza della preghiera e il dono della fede diraderanno le nubi".
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