20 nuove porpore e 2 santi per la Chiesa universale, oggi il Concistoro di Francesco
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Vecchie e nuove porpore di ogni angolo del globo si ritrovano oggi sabato 27 agosto a Roma per l’ottavo Concistoro di Papa Francesco che crea 20 nuovi cardinali, dei quali 16 con meno di ottant’anni, quindi elettori in un futuro Conclave, e quattro non elettori, avendo superato questa soglia d’età.
Si tratta di un Concistoro universale, con pastori provenienti dai cinque continenti. Un Concistoro anche “misto”, che vedrà la creazione di 20 nuovi porporati e insieme il voto sulle cause di canonizzazione di due beati. Un Concistoro, celebrato in un periodo inusuale come agosto, che non si esaurisce in un’unica cerimonia ma, idealmente, prosegue altri due giorni, il 29 e 30 agosto prossimi, con l’incontro di riflessione e approfondimento della Praedicate Evangelium, la Costituzione apostolica che riforma la Curia romana.
Il rito di creazione dei nuovi cardinali
Il rito durante il quale il Papa imporrà ai neo porporati la berretta rossa, consegnerà l’anello e assegnerà il Titolo o la Diaconia, si terrà nel pomeriggio alle 16 nella Basilica di San Pietro. Inizierà con il canto del “Tu es Petrus” e le parole di ringraziamento al Santo Padre del cardinale primo dell’elenco, monsignor Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino. Quindi il Papa pronuncerà la formula di creazione dei nuovi porporati, i quali giureranno fedeltà e obbedienza al Pontefice e ai suoi successori “fino all’effusione del sangue”. Uno ad uno si avvicineranno alla sede del Pontefice per ricevere in ginocchio i simboli del cardinalato: zucchetto rosso, berretta, anello, la bolla con l’assegnazione del Titolo/ Diacono. Ognuno riceverà da Francesco l’abbraccio di pace, gesto replicato subito dopo dal cardinale decano, dal primo dei cardinali presbiteri e il primo dei diaconi, in rappresentanza dell'intero Collegio cardinalizio.
Il voto sulle canonizzazioni
Al rito di creazione di oggi seguirà il Concistoro ordinario pubblico per il voto di canonizzazione dei beati Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, più noti come scalabriniani, e Artemide Zatti, laico professo dei salesiani. Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, leggerà la Peroratio e presenterà brevemente le biografie dei Beati. Il Papa esprimerà quindi la valutazione dei voti e indirà il giorno delle canonizzazioni. Al termine, uscirà dalla Basilica dalla Porta della preghiera con i nuovi cardinali, per recarsi probabilmente - come avvenuto ogni anno finora - al Monastero Mater Ecclesiae nei Giardini Vaticani per far visita e salutare il Papa Emerito Benedetto XVI.
Le "visite di calore"
Dalle 18 alle 20, i neo porporati saluteranno invece i fedeli di Roma e dei Paesi di loro provenienza nelle cosiddette “visite di calore” in Aula Paolo VI e i "curiali" nel Palazzo Apostolico. Tutti insieme, il lunedì e martedì della prossima settimnaa, si riuniranno per la due giorni di approfondimento della Praedicate Evangelium, suggellata, martedì alle 17.30, con la Messa del Pontefice sempre nella Basilica di San Pietro.
Universalità e periferie
I nomi dei nuovi cardinali erano stati annunciati dal Papa dalla finestra del Palazzo Apostolico durante l’Angelus del 29 maggio, insieme alla richiesta di pregare per loro “affinché, confermando la loro adesione a Cristo, possano aiutarmi nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio”. La lista di nomi ha confermato il duplice criterio che ha animato i precedenti sette Concistori del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Quello della internazionalità, con una speciale attenzione al Sud del mondo, e il superamento delle sedi un tempo considerate tradizionalmente “cardinalizie” con una predilezione per le periferie, ovvero i territori di confine che storicamente non hanno mai visto un cardinale.
Da ogni parte del mondo
Al di là dei primi tre nomi curiali, prevedibili per il loro incarico, cioè i prefetti dei Dicasteri del Culto divino e del Clero, insieme al presidente del Governatorato, la lista vede provenienze dall’Europa, sei nuovi cardinali dall’Asia, due dall’Africa, uno dal Nord America e quattro dall’America centrale e latina. In questo contesto saranno rappresentati quattro nuovi Paesi: Mongolia, Paraguay, Singapore e Timor Est. Inoltre i religiosi sono 7, di cui 5 elettori e 2 non elettori. Nel collegio cardinalizio entrano così 3 nuove famiglie religiose: gli eudisti, l’Istituto Missioni Consolata e i legionari di Cristo. I più numerosi nel Collegio cardinalizio rimangono i salesiani, a quota 10.
Il caso del vescovo van Looy
Come si ricorderà, all’annuncio nell’Angelus di maggio erano 21 i nomi elencati dal Papa: tra gli ultraottantenni - coloro, cioè, che non potranno votare in un futuro Conclave ma ai quali viene concessa la porpora come segno di gratitudine per il servizio svolto alla Chiesa – figurava anche monsignor Luc Van Looy, vescovo emerito di Gand, in Belgio. Il presule, meno di venti giorni dall’annuncio del Papa, ha chiesto di essere esonerato dal cardinalato a motivo delle polemiche causate dalla sua nomina. Van Looy è infatti accusato da associazioni di vittime di abusi sessuali da parte del clero di non aver agito in modo incisivo in passato dinanzi a tali crimini. E lo stesso monsignor Van Looy, per evitare che i sopravvissuti subissero nuove ferite, aveva presentato la richiesta di essere esonerato al Papa che l’ha accolta lo scorso giugno.
I nomi dei neo porporati
Ecco quindi l’elenco completo dei nuovi cardinali:
Arthur Roche, prefetto della Congregazione per il Culto Divino; Lazzaro You Heung-sik, prefetto della Congregazione del Clero; Fernando Vérgez Alzaga, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Governatorato. Poi: Jean-Marc Avelin, arcivescovo di Marsiglia; Peter Ebere Okpaleke, vescovo di Ekwulobia, in Nigeria; Leonardo Steiner, arcivescovo di Manhaus, in Brasile; Filipe Neri António Sebastião do Rosário Ferrão, arcivescovo di Goa e Damao, India; Robert W. McElroy, vescovo di San Diego, Usa; Virgílio do Carmo da Silva; arcivescovo di Timor orientale; Oscar Cantoni, vescovo di Como, Italia; Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad, India; Paulo César Costa, arcivescovo di Brasilia; Richard Kuuia Baawobr, arcivescovo di Wa, Ghana; William Seng Chye Goh; arcivescovo di Singapore; Adalberto Martínez Flores; arcivescovo di Asuncion, Paraguay; Giorgio Marengo, missionario della Consolata e prefetto apostolico di Ulan Bator, capitale della Mongolia. Quest'ultimo, con i suoi 48 anni, è il più giovane membro del Collegio cardinalizio.
Gli ultraottantenni che Papa Francesco eleva alla porpora sono: Jorge Enrique Jiménez Carvajal, arcivescovo emerito di Cartagena (Colombia); Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari; padre Gianfranco Ghirlanda SI, canonista e già rettore della Pontificia Università Gregoriana; monsignor Fortunato Frezza, canonico di San Pietro.
La composizione del Collegio cardinalizio
Dal 27 agosto il Collegio cardinalizio risulterà quindi costituito da 226 cardinali, di cui 132 elettori e 94 non elettori. Secondo il pontificato di creazione, sarà costituito da 52 cardinali creati da Giovanni Paolo II di cui 11 elettori; 64 creati da Benedetto XVI di cui 38 elettori; 112 creati da Francesco di cui 83 elettori. Da un punto di vista geografico saranno distribuiti in tal modo: 106 in Europa, di cui 54 elettori; 60 nelle Americhe, di cui 38 elettori; 30 in Asia, di cui 20 elettori; 27 in Africa, di cui 17 elettori; 5 cardinali in Oceania, di cui 3 elettori.
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