Il Papa alla Kbs: pronto ad andare in Corea in nome della fraternità
Appena riceverà l’invito, Papa Francesco andrà in Corea del Nord, senza remore, nel nome della fraternità. Ad assicurarlo è stato lo stesso Pontefice in un’intervista - rilasciata mercoledì 24 agosto e diffusa oggi - all’emittente televisiva sudcoreana KBS, riprendendo temi a lui cari espressi nell’enciclica Fratelli tutti.
La pace è un dono per il quale lavorare ogni giorno
Senza fratellanza, ha sottolineato Francesco, nasce la guerra; ognuno invece deve collaborare a seminare fraternità, vicinanza, sorrisi e a tendere la mano. Purtroppo, ha aggiunto, stiamo vivendo una nuova “guerra mondiale”, la terza in un secolo, in un momento in cui si potrebbero utilizzare i fondi di un anno destinati alla produzione delle armi per risolvere i problemi della fame e dell’educazione dei bambini. Tutto il pianeta è in guerra, ha insistito il Pontefice, ricordando i conflitti dimenticati in Siria e nello Yemen. Ecco perché non bisogna mai cessare di lavorare per la pace, che, ha ribadito, è un dono, una vocazione e, al contempo, una beatitudine.
I sacerdoti e la gioventù asiatica
A questo proposito, il Pontefice ha invitato i sacerdoti coreani ad essere sempre più operatori di pace, anche andando in missione laddove c’è bisogno del sostegno religioso. Da qui un riferimento al futuro cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il clero, il quale, ha puntualizzato Francesco, ha una grande vicinanza con i sacerdoti.
Nel corso del colloquio il Papa ha rivolto un pensiero anche ai giovani coreani, esortandoli a non dimenticare le proprie radici e ad avvalersi della preziosa esperienza degli anziani per diventare come l’albero buono che prende nutrimento dalla radice e dà il frutto. Solo in tal modo sarà possibile dar vita a un mondo migliore, usando creatività, senza stancarsi mai e guidati da un cuore grande senza frontiere.
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