Nur-Sultan, pastorale e geopolitica nel colloquio del Papa con i Gesuiti
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Vicinanza e ecumenismo. Queste le parole chiave dell'incontro privato del Papa, questa mattina, con i membri della Compagnia di Gesù presso la Nunziatura Apostolica di Nur-Sultan. Un momento fraterno e segnato, come di consueto nei viaggi internazionali, da grande franchezza. Come ci riferisce padre Antonio Spadaro, direttore de La Civilità cattolica - la rivista dei Gesuiti che riporterà il contenuto della conversazione per intero - l'incontro è durato un ora e un quarto circa, iniziato anche prima delle 9.00 ora locale, quando in Italia erano le 5.00, per l'arrivo anticipato di Francesco.
Presenti 19 dei 25 confratelli dell'intera Regione Russa che comprende Bielorussia, Russia, Kirghizistan e Tagikistan, in Kazakhstan non sono presenti i Gesuiti. Padre Spadaro riferisce di un "incontro molto fraterno, rilassato e schietto" in cui si è parlato del quadro geopolitico attuale sempre con attenzione molto forte alla dimensione pastorale.
Il Papa si è mostrato molto attento - aggiunge padre Spadaro - alle Chiese piccole ma molto dinamiche come quelle appunto della Regione Russa, raccomandando ai gesuiti, con chiaro riferimento alla loro missione, in particolare la "vicinanza".
Anche in questa occasione - come in tutti gli incontri con i confratelli durante le trasferte internazionali - a segnare il momento è stata la libertà e la schiettezza con cui ciascuno ha parlato di sé e di come vede la situazione politico - ecclesiale e dove con immediatezza sono emersi i sentimenti anche della gente, nei confronti del Papa. Altra parola chiave dell'incontro è stata "ecumenismo", fondamentale in questa regione asiatica dove i cattolici restano una minoranza. Resta sempre la grande familiarità con cui il Papa si esprime e i gesuiti lo accolgono, in queste occasioni, anche con toni scherzosi, motivo in più per far durare l'incontro anche più del previsto.
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