Il Papa: viviamo uno scenario cupo che richiede un'opera riparatrice
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Fiducia e passione: la "doppia segnaletica" che Francesco invita a seguire in un percorso che definisce "quanto mai necessario". L'occasione è la dodicesima edizione del Festival sulla Dottrina Sociale della Chiesa che si è aperto a Verona e ai cui partecipanti il pontefice ha inviato un messaggio.
L'importanza di "costruire" in un tempo di conflittualità
Il bene comune non è una semplice possibilità, ma "il cemento su cui edificare una società giusta, vera e bella". Lo ricorda il Papa in questo testo in cui si compiace della scelta del tema di quest'anno: “Costruire la fiducia. La passione dell’incontro”. Poi il pensiero va al frangente storico attuale, minato dalla cupezza che deriva dagli effetti nefasti delle guerre.
Viviamo una stagione di grandi conflittualità che sembrano negare quell’atteggiamento di affidamento verso gli altri, sostenuto da un sentimento di sicurezza e tranquillità. Pensiamo ai tanti conflitti in corso nel mondo intero - siamo nella terza guerra mondiale! - e alle povertà conseguenti, alle sofferenze, alle vittime innocenti, al futuro negato ai bambini... Uno scenario cupo, che richiede un intervento deciso con un’opera riparatrice. In questo senso il verbo che avete scelto - “costruire” - è molto appropriato.
E qui torna la metafora degli artigiani, costruttori di pace, bellezza e fiducia.
La fiducia non può esistere senza l'altro
Qui Francesco precisa che non si può trascurare la progettualità e affidarsi alla casualità.
La progettualità rappresenta la capacità di fare ordine nelle idee, nelle iniziative, negli slanci appassionati, rispettando il tempo perché tutto si realizzi e i tempi di ciascuna persona. Solo così la costruzione realizzata potra reggere ai marosi della storia. E il cartello della fiducia rappresenterà l’indicazione necessaria per tenere salda l’intera struttura.
Cita le parole del profeta Geremia che, dice, "indica quell’oltre che permette di non restare schiavi di interessi di parte e di avere una prospettiva che supera limiti e contraddizioni". Poi si domanda in chi confida l'uomo oggi.
L’incontro deve diventare il nostro desiderio più grande
È l’incontro ciò che sta alla base della fiducia e la passione quella "scintilla che scalda i cuori e fa aprire le braccia all’altro", insiste ancora il Papa, ricordando la sollecitazione, contenuta nella Fratelli tutti, a fare un balzo al di là di se stessi.
È questa la dimensione che ci permette di trasformare l’egoismo in fratellanza, l’indifferenza in passione, le spade in aratri e le lance in falci. E questa la strada per uscire dalla logica della guerra che vede nell’a1tro il nemico, la minaccia, l’usurpatore e per disegnare strade possibili di pace.
L'invito con cui chiosa il suo messaggio, è dunque a "promuovere e alimentare", ciascuno nel proprio amblto, questo tipo di una cultura, sull’esempio di don Adriano Vincenti che, "con passione", ha ideato il Festival in corso.
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