Francia, il Papa ai vescovi: la Chiesa di nuovo scossa dagli abusi, siate vicini alle vittime
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Non scoraggiarsi e garantire vicinanza alle vittime di abusi, come pure alle persone deluse e provate dagli scandali. In una lettera a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Papa assicura preghiera e “sostegno fraterno e spirituale” ai vescovi francesi che sono riuniti a Lourdes per l’assemblea plenaria autunnale. Un sostegno necessario “in un momento in cui la Chiesa in Francia è nuovamente scossa dalla tragedia degli abusi commessi da alcuni dei suoi pastori”, si legge nella missiva. Il riferimento è al caso di monsignor Michel Santier, vescovo di Luçon e poi di Créteil, dimissionario e sanzionato per abusi sessuali commessi negli anni ‘90 su due uomini adulti nel quadro aggravante di un accompagnamento spirituale e in particolare durante il sacramento della confessione.
Il caso del vescovo Santier
Una vicenda, emersa nelle scorse settimane sui media nazionali, ribattezzata “l’affaire Santier”, che “ha sconvolto il programma previsto di questa assemblea”, come ha detto il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Éric de Moulins-Beaufort, in apertura ieri dei lavori della plenaria, dando “sfogo” alla rabbia e alla vergogna dei presuli ma soprattutto delle “persone che ne sono state vittime, a chi si è pronunciato due anni fa e più recentemente, e a chi, forse, non si è ancora fatto avanti”.
Andare avanti con audacia e discernimento
In questo frangente così complesso e delicato, il Papa invita i presuli d’Oltralpe “con gli occhi fissi sulla croce di Cristo, a non scoraggiarvi ma a perseverare nella certezza che lo Spirito Santo accompagnerà i vostri sforzi, che saranno nuovamente oggetto del vostro lavoro”. “Egli – aggiunge il Pontefice - conosce la vostra volontà di restituire alla Chiesa di Francia il suo vero volto missionario e vi incoraggia ad andare avanti con audacia e discernimento”.
Vicinanza alla gente
La priorità in questo momento, sottolinea Papa Francesco, è “affrontare le ferite del popolo di Dio”: “Le vittime di questi abusi, in primo luogo, ma anche tutte le persone scandalizzate, deluse e provate, in particolare i vostri sacerdoti, il cui ministero così bello è disonorato e reso ancora più difficile, e che hanno bisogno della vostra vicinanza più che mai”.
Paternità ai fedeli disiorentati
Infine il Papa invita anche alla “massima sollecitudine” e alla “paternità” nei confronti di “quelle persone - soprattutto giovani, sacerdoti e laici - che si sono sentite disorientate dal Motu Proprio Traditionis Custodes”, la lettera apostolica del luglio 2021 con la quale Papa Francesco ha ridefinito le modalità di utilizzo del messale preconciliare. Questi fedeli che si dicono ‘confusi’ sono “spesso pecore ferite che hanno bisogno di sostegno, di tempo per essere ascoltate”, si legge nella lettera, dove comunque viene ribadito l’invito ai vescovi di lavorare “all’attuazione” del Motu Proprio.
Leggi giuste sul fine vita
Nel testo a firma di Parolin, non manca un riferimento all’iniziativa presa dal presidente Emmanuel Macron di avviare un piano per una consultazione cittadina di sei mesi sull’eutanasia. Il Papa esorta a mettere al centro “la cura e il rispetto per i più vulnerabili” perché queste “faranno parte del vostro lavoro”. Insieme a questo, l’invito a riflettere “su come aiutare la vostra società a trovare leggi giuste sul fine vita”. “Il Santo Padre – si legge nelle ultime righe della lettera - prega affinché nel vostro Paese si instauri un dibattito basato sulla verità e libero dall’ideologia, e affinché la vostra voce venga ascoltata”.
L'apertura dei lavori con l’arcivescovo Moulins-Beaufort
Il messaggio di Francesco ha aperto ieri, giovedì 3 novembre, la plenaria della Conferenza episcopale di Francia (CEF), in corso – come detto – a Lourdes. Lo stesso luogo scelto dai vescovi per l’assemblea dello scorso anno, anche quella aggravata dalla drammatica questione degli abusi, a seguito della pubblicazione del Rapporto della Commissione indipendente Sauvé sui casi di abusi sessuali nella Chiesa francese dal 1950 ad oggi. “Dobbiamo affrontare, anche più acutamente dell’anno scorso, se possibile, questo dramma spirituale”, ha detto l’arcivescovo Moulins-Beaufort nel suo discorso di apertura. Ha poi rivolto un pensiero “al popolo diocesano di Créteil che si è sentito doppiamente tradito” e “a coloro che si sono fidati delle nostre decisioni l’anno scorso e che sono ripiombati nel dubbio e nella preoccupazione”. “Noi stessi – ha detto il presule - ci riuniamo con sentimenti contrastanti di rabbia, vergogna, impotenza, incomprensione, forse anche di sfiducia tra noi, e sentiamo che la rabbia, la vergogna, lo scoraggiamento, la stanchezza dei fedeli più impegnati, diaconi, sacerdoti, seminaristi ha raggiunto un livello nuovo, indubbiamente insopportabile per alcuni. Siamo stati tutti scossi, personalmente e nella nostra autorità apostolica al servizio del Signore Gesù e del popolo di Dio”. Tuttavia la Chiesa francese, ha assicurato Moulins-Beaufort – proseguirà nel suo cammino di rinnovamento per “restaurare la fiducia danneggiata o persa”.
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