Il Papa al Catholicos Mar Awa III: insieme verso una data comune per la Pasqua
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Non uno straniero né un ospite, ma un concittadino”. Anzi, un fratello amato”. Papa Francesco pronuncia queste parole incontrando sua Santità Mar Awa III, Catholicos e Patriarca della Chiesa Assira d'Oriente. Il Pontefice esprime la propria gratitudine “per i legami intessuti negli ultimi decenni” e ricorda “il caloroso abbraccio a Erbil” il con il Catholicos Mar Gewargis III, durante il viaggio in Iraq, al termine della celebrazione eucaristica. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Francesco ringrazia in particolare sua Santità Mar Awa III “per aver dato voce al desiderio di trovare una data comune perché i cristiani celebrino la Pasqua”:
E su questo io vorrei dire – ribadire – quello che San Paolo VI disse a suo tempo: noi siamo pronti ad accettare qualsiasi proposta che venga fatta insieme. Il 2025 è un anno importante: si celebrerà l’anniversario del primo Concilio Ecumenico (Nicea), ma è importante anche perché celebreremo la Pasqua nella stessa data. Allora, abbiamo il coraggio di porre fine a questa divisione, che alle volte fa ridere: “Il tuo Cristo quando risuscita?” Il segnale da dare è: un solo Cristo per tutti noi. Siamo coraggiosi e cerchiamo insieme: io sono disposto, ma non io, la Chiesa cattolica è disposta a seguire quello che disse San Paolo VI. Mettetevi d’accordo e noi andremo lì dove dite.
L’appello per il Medio Oriente
Francesco ricorda poi che, purtroppo, il Medio Oriente “è ancora ferito da tanta violenza, tanta instabilità e insicurezza”
E tanti nostri fratelli e sorelle nella fede hanno dovuto lasciare le loro terre. Molti lottano per rimanervi e io rinnovo con Vostra Santità l’appello affinché godano dei loro diritti, in particolare della libertà religiosa e della piena cittadinanza. In questo contesto il clero e i fedeli delle nostre Chiese cercano di offrire una testimonianza comune del Vangelo di Cristo in condizioni difficili e vivono già in molti luoghi una comunione quasi completa. Questo è vero e questa situazione è un segno dei tempi, un richiamo forte per noi a pregare e a operare intensamente per preparare il giorno tanto atteso in cui potremo celebrare insieme l’Eucaristia.
Il cammino ecumenico
Il Papa si sofferma anche sul cammino ecumenico: è “importante che ci avviciniamo sempre di più, non solo tornando alle radici comuni, ma anche annunciando insieme al mondo di oggi con la testimonianza di vita e con parole di vita, il mistero di amore di Cristo e della sua sposa, la Chiesa. Poi Francesco esprime anche un sogno:
Che la separazione con l’amata Chiesa assira dell’Oriente, la prima duratura nella storia della Chiesa, possa essere anche, a Dio piacendo, la prima a venire risolta.
La Chiesa Assira dell’Oriente
Quella Assira dell’Oriente è una antica Chiesa. Gli Atti degli Apostoli riportano che “Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia” erano presenti nei pressi del Cenacolo il giorno di Pentecoste. Furono i primi cristiani della Persia, dove poi predicarono, secondo la tradizione, l’apostolo san Tommaso e i suoi discepoli Addai e Mari. Nella sua storia plurisecolare, la Chiesa Assira dell’Oriente ha maturato, in un contesto culturale prevalentemente semitico e siriaco molto vicino alle prime comunità apostoliche, una originale tradizione teologica e spirituale. Nell’alto Medioevo, la Chiesa assira dell’Oriente ha sviluppato uno straordinario dinamismo missionario seguendo le varie vie della seta attraverso l’Asia centrale, l’India e anche la Cina. Ha lo stesso patrimonio teologico e liturgico della Chiesa caldea e di quella siro-malabarese in India, ambedue entrate in comunione con la Chiesa di Roma nel XVI secolo. Sin dalle origini, la storia della Chiesa Assira dell’Oriente è tragicamente segnata dalla persecuzione. Pagine drammatiche che si intrecciano con i periodi dell’impero persiano, poi dell’impero mongolo, e infine di quello ottomano.
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