Francesco: le migrazioni essenziali per il benessere del Mediterraneo
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
L’incapacità a trovare soluzione comuni alla mobilità umana continua comportare una perdita di vite umane inammissibile e quasi sempre evitabile, soprattutto nel Mediterraneo. È stato questo il richiamo di Francesco in un messaggio inviato ai partecipanti all’VIII Conferenza Rome MED Dialogues in corso a Roma fino al 3 dicembre, che vede riuniti rappresentanti politico-istituzionali, analisti, esponenti della società, dell’economia e dei media per discutere di alcuni dei temi fondamentali per il Mediterraneo e per migliorare la cooperazione intra-regionale. Il Papa indica quindi in una soluzione comprensiva vantaggiosa per tutti l’unica strada da percorrere poiché “la migrazione è essenziale per il benessere di quest’area e non può essere fermata”. Francesco ribadisce che “nessuno si salva da solo”, come dimostrato dalla pandemia, e che quindi “l’interconnessione delle problematiche richiede che vengano esaminate insieme, in una visione coordinata e la più ampia possibile”.
La guerra in Ucraina e i suoi effetti globali
A rappresentare oggi la globalizzazione dei problemi è la guerra tra Russia e Ucraina con i suoi “incalcolabili danni di guerra”, dal punto di vista delle vittime, sia civili che militari, della crisi energetica, di quella finanziaria, umanitaria e alimentare, quest’ultima estesa anche ai paesi più poveri, come quelli nord africani, “che dipendono per l’80% dal grano proveniente dall’Ucraina o dalla Russia”. La globalità degli effetti della crisi fa capire, spiega Francesco, come la situazione vada affrontata in una ottica globale, non si può quindi risolvere una singola crisi a prescindere dalle altre, “né si può prendere in considerazione la vastità delle sofferenze umane senza tener conto della crisi sociale, in cui, per un profitto economico o politico, il valore della persona umana viene sminuito e i diritti umani vengono calpestati”. Affrontare i singoli temi in “modo settoriale”, è l’avvertimento “comporta il rischio di giungere a soluzioni parziali, difettose, che non solo non risolvono i problemi ma li cronicizzano”.
La vocazione del Mare nostrum, luogo di incontro
Il Mare nostrum, è la raccomandazione del Papa alla Conferenza, deve recuperare quella “vocazione di progresso, sviluppo e cultura” che recentemente sembra aver smarrito. La sua potenzialità mette in contatto tre continenti, spiega ancora, “collegamento che storicamente, anche tramite la migrazione, è stato grandemente fecondo”, oggi però, è il rammarico di Francesco, quello stesso Mare “stenta ad essere vissuto come luogo di incontro, di scambio, di condivisione e di collaborazione”, pur essendo quel crocevia di umanità portatore di tante opportunità. La raccomandazione è quindi quella di “riprendere la cultura dell’incontro” per ricostruire “un senso di fraternità, sviluppando, oltre a rapporti economici più giusti, anche relazioni più umane, comprese quelle con i migranti”.
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