Guadalupe, gemellati i santuari di Messico e Spagna. Il Papa: Maria ci chiama
Vatican News
Messico e Spagna uniti nel segno della Vergine Maria, ai cui piedi si pone l’umanità intera. I due santuari più importanti dedicati alla Madonna di Guadalupe, quello della Morenita de las Villuercas e quello della Morenita del Tepeyac, sono da oggi gemellati. La firma dell’accordo è stata posta il 13 febbraio nella basilica del Monastero Reale di Santa María de Guadalupe in Spagna. Il Papa, in una lettera all’arcivescovo di Toledo, Francisco Cerro Chaves, invia “con grande gioia” il suo saluto, esteso al cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Città del Messico, e “a tutti i vescovi, sacerdoti, consacrati e fedeli che hanno voluto porsi in questo giorno ai piedi della Santissima Vergine, come un unico Popolo santo di Dio”.
“Maria, nostra Madre, è sempre per il suo Popolo vincolo di comunione”, scrive il Papa in una lettera. “La Madre di Gesù, in modo semplice, continua a chiamarci. Ciò è stato espresso in molte parti del mondo con l’invito a costruire un tempio che fosse una casa con le porte sempre aperte per tutti, una casa di preghiera e di comunione”.
Fonte di acqua viva
“Oggi – prosegue Francesco nella missiva in spagnolo - vi riunisce il dolce Nome di Maria, più precisamente un appellativo millenario che già nella sua radice etimologica ci parla di meticciato, d’incontro con Dio e con gli uomini. Meticciato perché gli studiosi non riescono a mettersi d’accordo se dobbiamo leggere il titolo ‘Guadalupe’ in arabo, in latino o in nahuatl. Ma è curioso che ciò che potrebbe presentarsi come un conflitto possa in realtà leggersi come una ‘strizzata d’occhio’ dello Spirito Santo che fa ascoltare il suo messaggio di amore a ognuno nella propria lingua. Così in arabo la parola potrebbe suonare ‘fiume occulto’, come lo era quella fonte di acqua viva che Gesù promette alla Samaritana, quella forza della grazia che persino in tempi di rifiuto e d’incomprensione mantiene viva la Chiesa. Come pastori, questa allusione deve essere per noi uno stimolo, cercare sempre nell’altro quel fiume occulto di grazia, quell’Amore di Dio che lo rende un tesoro inestimabile. Tutto cambierebbe se, come la Vergine, potessimo vedere nell’altro quel segreto occulto, quanti fallimenti e conflitti eviteremmo”.
Fiume di grazia
Tuttavia, mescolandosi con il latino, prosegue il Papa, “la parola ci parlerebbe di un ‘fiume di lupi’ e, in tal senso, di un’oasi di pace per quanti sono tormentati dai loro stessi peccati, dalla violenza, da tante guerre interne ed esterne che fanno dell’uomo un lupo per l’uomo. È lo stesso fiume occulto della grazia che nel dialogo con Gesù ci mostra la nostra realtà, aprendoci alla speranza”. La Vergine di nuovo esorta a “essere fermento di comunione e di riconciliazione tra Dio e gli uomini, incoraggiando tanti fedeli che si avvicinano al santuario a questo fine”.
Madre di tutti
Infine, combinandosi con la radice messicana, “Nostra Signora di Guadalupe si proclama come colei che vince il serpente, con una toccante evocazione del protovangelo della Genesi. L’Immacolata è così la vera madre di tutti coloro che vivono; di quanti sono stati riuniti oggi in questo santuario, insieme ai loro pastori, per proclamare la propria fede nel Figlio di Dio, in Colui che, facendo nuove tutte le cose, ha riconciliato a sé il mondo”.
L’incoraggiamento del Papa è quindi “a far sgorgare dai cuori degli uomini e delle donne del nostro tempo quel fiume di acqua viva che salta fino al cielo, per rendere a Dio un culto in Spirito e Verità”.
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