Sud Sudan in festa per l'arrivo di Francesco, la lunga attesa diventata realtà
Francesca Sabatinelli – Giuba (Sud Sudan)
Benvenuto Francesco, nel tuo primo viaggio in Sud Sudan.Il Papa in questo Paese ora è realtà, ei canti e gli slogan che lo accolgono a Giuba, con queste parole, tradiscono l'emozione e la felicità per un sogno che in moltino credevano irrealizzabile, soprattutto dopo l'annullamento del viaggio del luglio scorso , quando a venire fu il cardinale Pietro Parolin, che portò con sé il dolore di Francesco per aver dovuto cedere al rinvio a causa delle cure al ginocchio. Ad accogliere il Papa all'arrivo a Giuba, proveniente dalla RDC, ai piedi dell'aereo Ati dalla livrea azzurra, è il presidente Salva Kiir, incontrato da Francesco nel 2019 a Casa Santa Marta, assieme ai vicepresidenti, un evento le cui immagini, il Papa che si inchina per baciare i piedi ai governanti di un Paese divorato dalla violenza sin dalla sua nascita, nel 2011, sono ancora vive nella memoria dei sud sudanesi.
Giuba offre la sua speranza
Le danze che accolgono Francesco in aeroporto sono l'espressione dell'immensa gioia che il popolo sta vivendo per la sua presenza, che per tanti qui significherà essere confermati in una fede che è rimasta salda, nonostante la violenza fratricida che non ha mai smesso di distruggere vite e di provocare sfollati, come quelli che Francesco incontrerà domani nella Freedom Hall, da molti definito il più intenso tra gli appuntamenti che il Papa avrà nel Paese fino al giorno della sua partenza, il 5 febbraio. Ad aprirsi agli occhi del Papa, al quale è stata intitolata quella che forse è l'unica strada asfaltata della città, His Holiness Pope Francis Road (Via Sua Santità Papa Francesco), che conduce direttamente alla nunziatura e che è stata conclusa frettolosamente nelle ultime ore notturne, non è una città tirata a lucido. La polvere che sommerge strade mai costruite è ancora tutta là, come le enormi buche che si aprono improvvisamente sullo sterrato. Giuba in queste ore è paralizzata, circondata da uno strettissimo cordone di sicurezza, e certamente non si è imbellettata. Si presenta a Francesco per quello che è, con le sue baracche di lamiera e fango, con i cumuli di immondizia e le fogne a cielo aperto, con i bambini vestiti di stracci e senza scarpe. Ciò che offre è però qualcosa di molto prezioso: la speranza di un popolo tutto alla ricerca di pace e unità, di un Paese intero che, nonostante il ricchissimo sottosuolo, è schiacciato da guerra, da povertà, e ora anche da un clima impazzito che si manifesta con alluvioni continue e devastanti per la già disgraziata economia, e che non fanno altro che ingrossare le file già spaventose di rifugiati e sfollati interni.
Un pellegrinaggio ecumenico per la pace
Giuba, per incontrare il Pontefice, si è preparata facendo sua la riflessione sul valore della riconciliazione, che qui resta una profonda sfida ma che è portato avanti da tutti coloro che vedono nel Papa colui che potrà parlare ai leader per incitarli, affinché l'accordo di pace del 2018 tra gruppi rivali non continui ad essere inutile carta e per sollecitarli a lavorare insieme per il bene del loro popolo. Il pellegrinaggio ecumenico che inizia oggi di Francesco, dell'arcivescovo di Canterbury Welby e del moderatore della Chiesa di Scozia Greenshields, giunti prima del Pontefice, vuole essere quindi testimonianza di pace e giustizia, in solidarietà con il popolo, affinché non si debbano più piangere i morti e distruzione.
Gli appuntamenti di oggi
Il Papa subito dopo l'arrivo e l'incontro con il presidente ei vicepresidenti, presso il palazzo presidenziale, incontrerà le autorità la società civile e il corpo diplomatico presso il giardino dello stesso palazzo, ai quali rivolgerà il suo primo discorso di questa tappa sud sudanese, subito dopo vi sarà il trasferimento alla nunziatura apostolica dove concluderà la giornata.
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