Il Papa: Quaresima, tempo favorevole per tornare a Dio senza ipocrisie
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Un tempo favorevole per "ritornare all’essenziale", riconciliarci con Dio. La Quaresima è questo, spiega il Papa presiedendo i riti del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica romana di Santa Sabina.
Arginare la dittatura delle agende sempre piene
Un tempo di quaranta giorni favorevole per “ricordarci che il mondo non va rinchiuso nei confini angusti dei nostri bisogni personali”, “per ridare a Dio il primato della vita” non solo i “ritagli di tempo”, per “arginare la dittatura delle agende sempre piene di cose da fare, le pretese di un ego sempre più superficiale e ingombrante, e scegliere ciò che conta”. (Ascolta il Podcast con la voce del Papa)
Tre gesti forti
Un tempo di grazia da non disperdere, raccomanda Francesco, ma da compiere percorrendo le tre grandi vie dell’elemosina, della preghiera e del digiuno. “Non si tratta di riti esteriori”, precisa il Vescovo di Roma, “ma gesti che devono esprimere un rinnovamento del cuore” e a cui “deve sempre corrispondere sincerità d’animo e coerenza delle opere”:
L’elemosina non è un gesto rapido per pulirsi la coscienza, ma un toccare con le proprie mani e con le proprie lacrime le sofferenze dei poveri; la preghiera non è ritualità, ma dialogo di verità e amore con il Padre; il digiuno non è un semplice fioretto, ma un gesto forte per ricordare al nostro cuore ciò che conta e ciò che passa..
No all'esteriorità
Eppure troppe volte i nostri gesti e riti non toccano la vita, “li compiamo solo per farci ammirare dagli altri”:
Ricordiamoci questo: nella vita personale, come nella vita della Chiesa, non contano l’esteriorità, i giudizi umani e il gradimento del mondo; conta solo lo sguardo di Dio, che vi legge l’amore e la verità.
Sotto lo sguardo di Dio elemosina, preghiera e digiuno esprimono chi siamo veramente: figli di Dio e fratelli tra noi e quindi manifestano la compassione per i bisognosi, il desiderio di incontrare il Padre, la palestra spirituale per rinunciare al superfluo e ritornare alla verità di noi stessi.
Con Dio risorgere dalle ceneri
“Le ceneri”, prosegue il Papa, “ci ricordano chi siamo e da dove veniamo”, che “il Signore è Dio e noi siamo opera delle sue mani”, che apparteniamo a Lui:
È Lui il Creatore, mentre noi siamo fragile argilla che dalle sue mani viene plasmata. Noi veniamo dalla terra e abbiamo bisogno del Cielo, di Lui; con Dio risorgeremo dalle nostre ceneri, ma senza di Lui siamo polvere..
“Come Padre tenero e misericordioso” anche Dio “vive la Quaresima perché ci desidera, ci attende e aspetta il nostro ritorno”:
Sempre ci incoraggia a non disperare, anche quando cadiamo nella polvere della nostra fragilità e del nostro peccato, perché «Egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 103,14). Riascoltiamo questo: Egli ricorda che siamo polvere. Dio lo sa; noi, invece, spesso lo dimentichiamo, pensando di essere autosufficienti, forti, invincibili senza di Lui.
Il Creatore e la creatura
Questi quaranta giorni di preparazione alla Pasqua del Signore della vita, richiama Francesco, sono dunque un tempo di verità per far cadere le maschere della falsità e dell’ipocrisia; un tempo favorevole a “ricordare chi è il Creatore e chi la creatura, per spogliarci dalla pretesa di bastare a noi stessi, di essere i primi della classe, di pensare che con le nostre sole capacità possiamo essere protagonisti della vita e trasformare il mondo che ci circonda”..
Spezzare le catene dell'individualismo
Se ci rendiamo conto di non bastare a noi stessi, aggiunge il Pontefice, “scopriamo di esistere solo grazie alle relazioni: quella con il Signore e quelle con gli altri”. La nostra vita, ricevuta da Dio e dai nostri genitori, è relazione: “ogni presunzione di autosufficienza è falsa, idolatrare l’io è distruttivo e ci chiude nella gabbia della solitudine”. Dunque la Quaresima è anche tempo favorevole per tornare a Dio e ai fratelli e spezzare le catene dell’individualismo.
Papa Francesco ha ricevuto le ceneri sul capo dal cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore, che ha anche celebrato l'Eucaristia con il rito della benedizione e imposizione delle ceneri e precedentemente ha guidato la processione penitenziale dalla Chiesa di Sant'Anselmo dove si è svolta la Statio. Oltre a numerosi fedeli hanno partecipato cardinali, arcivescovi, vescovi, monaci benedettini di Sant'Anselmo e i padri domenicani di Santa Sabina vestiti con i paramenti viola del tempo liturgico quaresimale.
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