Al Papa le lettere di detenuti del carcere minorile di São Luís Maranhão in Brasile
di Fabrizio Peloni
Il cardinale Gérald Cyprien Lacroix, che al Pontefice ha testimoniato la riconoscenza dei popoli indigeni per il viaggio in Canada lo scorso luglio; padre Hernanni, sacerdote brasiliano che ha raccolto e consegnato al Papa le lettere scritte da ragazzi detenuti in un carcere minorile; María Teresa Téramo, accademica dell’Università Cattolica argentina, che testimonia l’importanza della verità nel linguaggio audiovisivo. Ecco tre significativi incontri che stamani Francesco ha avuto durante l’udienza generale nell’Aula Paolo VI. Con due orchestre di Carpi - composte anche da musicisti con disabilità - e i pellegrini messicani (tra La Guadalupana e Cielito lindo) a far da appassionata “colonna sonora”.
Il ricordo del viaggio apostolico in Québec
«Nella nostra comunità canadese sono vivissime non solo le parole pronunciate da Francesco nel viaggio della scorsa estate, ma anche i suoi gesti, segni di altissimo rispetto, e la sua capacità di ascolto. Abbiamo avuto tra noi non una “stella” o un “re”, ma un fratello, un pastore». È con queste parole che il cardinale Lacroix, arcivescovo di Québec, ricorda, con non poca emozione, l’alto valore e «la fondamentale qualità» del viaggio compiuto dal Pontefice in Canada dal 24 al 30 luglio dello scorso anno. Un pellegrinaggio animato da uno «spirito di riconciliazione con le popolazioni indigene», nel quale il Papa, nonostante il disagio provocato dal dolore al ginocchio, «ha conquistato tutti con la forza della sua preghiera».
I minori detenuti in Brasile scrivono al Papa
«Ho voluto portare a Francesco le lettere che quindici ragazzi, detenuti nel carcere di São Luís Maranhão — nella regione Nordeste del Brasile — gli hanno scritto in occasione del Natale. Le hanno simbolicamente poste sulla mangiatoia del presepe del penitenziario». Padre Hernanni Pereira da Silva è venuto appositamente dal Brasile per condividere con Francesco le storie e le speranze messe nero su bianco dai giovanissimi detenuti.
Il sacerdote, che guida la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a São Luís Maranhão, è impegnato in prima linea nell’attività missionaria e nell’«assistenza totale» a questi ragazzi, con i quali «ogni venerdì preghiamo e leggiamo la catechesi settimanale del Papa». Tra le lettere consegnate stamani a Francesco, confida padre Hernanni, «due sono state scritte dalle mamme: in particolare da una donna che ha visto morire il figlio per droga».
L’importanza della verità nel linguaggio audiovisivo
«In un’epoca di fake news il mio impegno è riproporre l’importanza di cosa significa raccontare una vita con gli strumenti del linguaggio audiovisivo». A parlare è María Teresa Téramo, coordinatrice del master in Comunicazione audiovisiva dell’Università cattolica argentina, che stamani ha presentato al Papa i suoi progetti. Mettendo in evidenza «quanto per fare un film biografico sia necessario attenersi alla verità», l’accademica — che a Buenos Aires collabora anche con Elisa Petrelli nel programma per la sostenibilità intergenerazionale e nella campagna “Compartir” in seno alla Conferenza episcopale argentina — ha donato al Pontefice la pubblicazione Biopics. Historia y Poética (edizioni Biblos) che ha curato personalmente. È un libro che presenta i film e i documentari prodotti dal cinema argentino su donne e uomini di grande rilievo pubblico: tra questi, lo stesso Papa Francesco.
Da Carpi per suonare davanti al Pontefice
Non hanno il direttore le due orchestre venute da Carpi per far ascoltare al Pontefice il loro stile musicale particolarmente inclusivo. Sono quindici anni che collaborano insieme l’orchestra giovanile della scuola “Alberto Pio” — ha già suonato davanti al Pontefice nel 2017 durante la messa di Pentecoste e quest’anno festeggia 25 anni della nascita — e la band musicale Scià Scià, nata all’interno della Cooperativa Nazareno, che vede la presenza anche di alcuni ragazzi con disabilità. E il Papa ha personalmente salutato i musicisti di Carpi due volte: all’inizio e alla fine dell’udienza. L’autentica «condivisione in questa esperienza musicale», ha spiegato Manuela Rossi, «non è solo quella del pianoforte insieme con la chitarra, il flauto traverso e il saxofono». In realtà, ha aggiunto, «si creano legami personali molto forti dai quali non ci si stacca più».
Per la benedizione della statua di San Marciano
Una delegazione del comune di Taurasi, in provincia di Avellino - guidata dal parroco don Alfonso Moriano e dal sindaco Antonio Tranfaglia - ha portato in Aula Paolo VI la storica statua di san Marciano, patrono del comune, per la benedizione del Pontefice. «Due giorni fa dalla vicina Frigento è arrivato a Taurasi il dono di una reliquia del santo» ha raccontato il parroco. A Taurasi e Frigento, ha aggiunto, «è molto sentita la devozione per san Marciano. Nella nostra zona l’agricoltura, soprattutto l’enologia, è il settore trainante dell’economia: e san Marciano è il protettore dei vigneti e viene invocato proprio per preservare il territorio dalle calamità naturali».
La presenza di due Capitoli generali
«Vi incoraggio ad essere ovunque missionari di unità, fondando la vita e l’apostolato sulla Parola di Dio». Quando il Papa ha pronunciato queste parole, durante l’udienza, i padri Stimmatini e le Piccole suore della Divina Provvidenza presenti in Aula hanno sollevato in alto le braccia in segno di riconoscenza. Il Pontefice si è rivolto, infatti, direttamente alle delegazioni dei due istituti religiosi che — in questi giorni a Roma — stanno celebrando rispettivamente il xxxviii e il xv capitolo generale. In particolare, i circa trentacinque sacerdoti della congregazione delle Sacre stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo saranno riuniti fino al 18 febbraio nella casa delle suore di Maria Santissima Bambina. Da parte loro, le suore della Divina Provvidenza — riunite per i lavori capitolari da lunedì scorso, 13 febbraio, fino al prossimo 28 nella casa generalizia — sono venute a confermare la propria devozione e fedeltà al magistero di Papa Francesco, testimoniando come la loro missione sia ispirata alla beata Teresa Grillo Michel, fondatrice dell’istituto religioso.
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