Messa del Papa per i dieci anni di pontificato. Il tweet: "Grazie delle preghiere"
Michele Raviart - Città del Vaticano
Il “buonasera” con cui Francesco si è presentato alla Chiesa e al mondo dieci anni fa “è stato l’inizio di un dialogo” e, in questo tempo, ha “aiutato a capire quanto il Vangelo sia attraente, persuasivo, capace di rispondere ai tanti interrogativi della storia e ad ascoltare le domande che affiorano nelle pieghe dell’esistenza umana”. Sono le parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, espresse in un videomessaggio a nome dei vescovi italiani per l'anniversario del Pontificato. Auguri, quelli dell'episcopato italiano, che hanno raggiunto assieme a tanti altri il Papa, il quale questa mattina - ha informato la Sala Stampa vaticana - ha presieduto nella cappella di Casa Santa Marta una concelebrazione eucaristica con i cardinali presenti a Roma. In un tweet dal suo account @Pontifex, Francesco ha poi ringraziato per le preghiere ricevute: "Grazie di avermi accompagnato con le vostre preghiere. Per favore, continuate a farlo", si legge sull'account social in nove lingue.
Parole e gesti che sorprendono e parlano a tutti
Da quel saluto serale del 13 marzo 2013, si legge nel testo del cardinale Zuppi, le parole e i gesti del Papa “hanno continuato a toccare il cuore, a sorprendere, a parlare a tutti e a ciascuno“. Francesco, prosegue ancora, “ci ha insegnato a uscire, a stare in mezzo alla strada e soprattutto ad andare nelle periferie, per capire chi siamo. Possiamo conoscere davvero noi stessi solo guardando dall’esterno, da quelle prime periferie che sono i poveri". "Ci ha spinto a incontrarli, a vederli, a toccarli, a fare di loro i nostri fratelli più piccoli, perché", come il Papa ha ricordato più volte, "la nostra non è una fede da laboratorio, ma un cammino, nella Storia, da compiere insieme”.
La gratitudine dei vescovi
I vescovi italiani sottolineano anche la loro gratitudine “per aver accolto l’eredità di Benedetto XVI" e per averli accompagnati, a partire dall’Anno della Fede, incoraggiandoli "a vivere da cristiani nelle tante contraddizioni, sfide e pandemie di questo mondo". L’impegno ribadito dai presuli è a "tracciare insieme sentieri di pace", perché "solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali".
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