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Papa Francesco nell'udienza con i fedeli dalle Parrocchie di Rho (Milano) Papa Francesco nell'udienza con i fedeli dalle Parrocchie di Rho (Milano)

Francesco: la comunità non si fa allo specchio, ma camminando insieme

Realtà diverse e varietà nella comunione sono la ricchezza della Chiesa: un mezzo più potente della parola per annunciare il Vangelo. Il Papa lo dice ai pellegrini di Rho, ricevuti in Vaticano a cui ricorda: “La parrocchia è un luogo dove sentirsi amati, allargare la cerchia, cercando i punti in comune piuttosto che i motivi di divisione”

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Un momento a lungo atteso di festa, gioia e anche intimità, nonostante gli ampi spazi dell’Aula Paolo VI: è stato quello vissuto oggi dai circa 2000 fedeli delle parrocchie di San Giovanni e Passirana di Rho, in provincia di Milano, con Papa Francesco.

Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho
Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho

Il mezzo più potente per l'annuncio 

La molteplicità delle realtà di provenienza, delle generazioni rappresentate e della complementarietà dei doni propri dei pellegrini giunti in Vaticano fornisce l'occasione al Vescovo di Roma di ricordare come nella Chiesa questa ricchezza sia più potente di ogni parola nell’annuncio del Vangelo (Ascolta il podcast con la voce del Papa):

La Chiesa infatti è un corpo composto di tante membra, tutte al servizio le une delle altre e tutte animate dallo stesso amore: quello di Cristo (cfr 1 Cor 12,12). Ricordatevi sempre che è con la bellezza e la ricchezza di questa varietà e di questa comunione che voi portate Gesù al mondo: è questo il mezzo più potente con cui annunciate il Vangelo, prima ancora delle parole!

Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho
Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho

Fratellanza rende felici, il mondo non finisce con noi

Solo camminando insieme come fratelli e sorelle, prosegue Francesco, si scopre che il mondo non finisce con noi, che "la comunità non si fa allo specchio" e che la fratellanza rende persone più libere e felici. Il pensiero va alle parole pronunciate 10 anni fa la sera dell’elezione al soglio pontificio:

Appena eletto Vescovo di Roma, affacciandomi per la prima volta alla loggia della Basilica di San Pietro, dicevo: «Incominciamo questo cammino insieme: Vescovo e popolo […]. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi». È il desiderio che mi ha accompagnato per tutti questi anni, ed è l’augurio che faccio anche a voi.

Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho
Papa Francesco durante l'udienza con i pellegrini delle parrocchie di Rho

Da terreno arido in campagna rigogliosa

La Parrocchia, indica il Papa, è il luogo in cui camminare insieme con amore nella diversità di provenienza e condizioni culturali e sociali: lo spazio in cui ci si incontra e ci si conosce, scoprendo che ognuno ha qualcosa di unico da dare e ricevere. Attraverso le varie attività formative, l’Oratorio, l’attenzione ai poveri, agli anziani, alle persone sole, l’accompagnamento dei fidanzati o delle giovani famiglie, le attività sportive o la banda musicale, “voi – dice il Papa ai fedeli  di Rho - preparate il terreno, a volte un po’ arido e duro, per seminare amore e trasformare il territorio in cui vivete in una campagna rigogliosa, ricca dei frutti buoni del Vangelo”.

Parrocchia è 'allargare la cerchia'

Francesco ricorda i sei anni in cui fu parroco e alla luce di quella esperienza spiega che amare vuol dire “allargare la cerchia, lavorando insieme, cercando sempre i punti in comune piuttosto che i motivi di divisione”. La Parrocchia è infatti un luogo in cui si va per sentirsi amati, in cerca di un sorriso accogliente, in cui ciascuno porta il proprio fardello e le cose buone per condividerle con i fratelli. Mai stancarsi di aprire porte e finestre a chi bussa. Mai dire "non è l'ora". Il Pontefice racconta di un parroco che, per non esser disturbato dai fedeli che trovavano la porta chiusa, voleva chiudere le finestre con i mattoni; quindi così descrive la vera pastorale di una parrocchia: "braccia e mani aperte, occhi desiderosi di incontro e carichi di affetto".

Sapete, io sono stato parroco per sei anni, e quella esperienza la porto nel cuore. A me piaceva la Messa con i bambini … pensate, che in quel quartiere ce n’erano tanti, e alla Messa domenicale dei bambini c’erano 200, 280 … E sempre incominciavo a interloquire con loro. E una volta – era Pentecoste – e io dicevo: “Ma, oggi è Pentecoste!”. I bambini rispondevano: “Sì, padre, sì”. “Insomma, è lo Spirito Santo … chi di voi sa chi è lo Spirito Santo?”. E alcuni alzavano le mani. “Va bè, tu:” – “Il paralitico!”. [ride, ridono] “Cosa hai detto?” – “Il paralitico” – “Ah, quello che va sulla sedia a rotelle?” – “Sì!”- “No, caro, è il Paraclito, è un’altra cosa!”. Ma, era bello. Un’altra volta, ho parlato di non chiacchierare perché le chiacchiere fanno male, e le persone che chiacchierano fanno male. “Ah, come la signora Tale e Tale!”, subito dice … [ridono] Ma, i bambini sono spontanei, la Messa con i bambini è una cosa bellissima: portatela avanti, sempre. 

Papa Francesco con monsignor Michele Di Tolve
Papa Francesco con monsignor Michele Di Tolve

A ncora una volta, Francesco mette in guardia dalla "peste che rovina le parrocchie": "il chiacchiericcio". "C'è una medicina molto buona: se ti viene voglia di chiacchierare", prosegue, "morditi la lingua, e si gonfierà la lingua e non potrai parlare".

Il ricordo di un'amicizia

A salutare il Papa a nome di tutti i presenti è stato un amico: monsignor Michele Di Tolve. Francesco ha ricordato quando lo conobbe subito dopo essere stato nominato cardinale:

Ero andato a visitare una cugina mia, e mi ha parlato di un parroco, un vice-parroco eccezionale che avevano lì, “che, guarda, lavora, quel prete!” – “Ah, sì? Fammelo vedere, ma non dirgli che sono un cardinale.” – “No, non lo dirò”. Mi sono tolto l’anello, siamo arrivati in oratorio e questo andava da una parte all’altra, si muoveva come un ballerino da tutti … ma, così l’ho conosciuto. E così è rimasto tutta la vita: uno che sa muoversi, che non aspetta che le pecore vengano a cercarlo. E come rettore del seminario ha fatto tanto bene, ai ragazzi che si preparano al sacerdozio: tanto bene. E adesso, come parroco, fa tanto bene e per questo io vorrei davanti a tutti voi dare testimonianza e ringraziare [per] quello che sta facendo: grazie, grazie! [applausi]

Monsignor Di Tolve la scorsa estate, nel corso di un campeggio con i ragazzi, aveva ricevuto la telefonata del Papa che, ascoltando le grida di gioia di sottofondo, aveva invitato il sacerdote  ad incontrarlo con tutti i parrocchiani in Vaticano. I fedeli, tra cui 500 giovani -  provenienti dalla multiforme realtà delle due parrocchie rhodensi – dai gruppi di catechesi a quelli sportivi, dal corpo bandistico di Santa Cecilia alla scuola dell’infanzia – sono giunti a bordo di un treno speciale partito dal comune lombardo.

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25 marzo 2023, 11:45