Francesco: lo Spirito si segue con libertà, non va ingabbiato con un eccesso di regole
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Lasciamoci amare da Dio per essere testimoni credibili del suo amore; lasciamo che sia sempre più il suo amore a guidare i nostri affetti, pensieri e azioni.
Quell’invito ad aprirsi all’amore di Dio che San Leonardo Murialdo rivolgeva ai fratelli della congregazione da lui costituita - la Pia Società di San Giuseppe - vale anche oggi, sottolinea Francesco ricevendo in udienza le famiglie religiose che seguono le orme del santo torinese. A pochi giorni dal loro 150.mo anniversario di fondazione - che ricorre il 19 marzo -, nel suo discorso il Papa ricorda ai giuseppini del Murialdo che San Leonardo “non è rimasto indifferente” alla “povertà morale, culturale ed economica” del suo tempo. Vissuto nell'800, in quella Torino, che fu “centro della massoneria" e proprio in quel periodo terreno di apostolato di diversi santi - cosa che andrebbe studiata, osserva il Pontefice - San Leonardo ha voluto dedicarsi all’educazione dei giovani e soprattutto degli operai, dando vita a “una realtà che nel corso di un secolo e mezzo si è arricchita di persone, di opere, di esperienze culturali diverse, e soprattutto - riconosce Francesco - di tanto amore”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Camminare guidati dallo Spirito Santo
Durante l'udienza nella Sala Clementina del palazzo apostolico, il Papa richiama la lettera ai giuseppini scritta lo scorso anno, in occasione dell’apertura della loro celebrazione giubilare: l’augurio “di continuare a crescere nell’’arte di cogliere le esigenze dei tempi, e di provvedervi con la creatività dello Spirito Santo’” dinanzi alla quale “ci vuole discernimento e fedeltà”, l’esortazione a prendersi cura “specialmente dei più giovani” e l’incoraggiamento “a non smettere mai di sognare”, seguendo l’esempio di San Giuseppe e di San Leonardo. Quindi Francesco aggiunge tre aspetti su cui riflettere “il primato dell’amore di Dio, l’attenzione al mondo che cambia e la dolcezza paterna della carità”. E rimarca anzitutto che lasciarsi amare è “quella passività della vita consacrata, che cresce nel silenzio, nella preghiera, nella carità, e nel servizio”, lasciarsi guidare dall’amore, non dalle regole. Francesco racconta l’aneddoto di un generale della Compagnia di Gesù, padre Ledóchowski, che volle mettere “tutta la spiritualità dei gesuiti in un libro”, per “regolare tutto”, e di quell’abate benedettino che leggendo il primo esemplare affermò che quel documento aveva ucciso la Compagnia di Gesù.
Quando si vuole regolare tutto, tu ingabbi lo Spirito Santo. E ce ne sono tanti – religiosi, consacrati, preti e vescovi – che hanno ingabbiato lo Spirito Santo. Per favore, lasciare libertà, lasciare creatività. Sempre camminare con la guida dello Spirito. Quando si vuole regolare tutto, tu ingabbi lo Spirito Santo. E ce ne sono tanti – religiosi, consacrati, preti e vescovi – che hanno ingabbiato lo Spirito Santo. Per favore, lasciare libertà, lasciare creatività. Sempre camminare con la guida dello Spirito.
Seguire l’esempio di San Leonardo Murialdo
Di San Leonardo Murialdo il Papa evidenzia poi la sensibilità “ai bisogni degli uomini e delle donne del suo tempo”, la capacità di accorgersi dei disagi intorno a sé, l’essere stato “portavoce della parola profetica della Chiesa in un mondo dominato da interessi economici e di potere, dando voce ai più emarginati”, l’aver saputo “cogliere il valore del laicato nella vita e nell’apostolato”. Un uomo coraggioso insomma e aperto che Francesco chiede di imitare, “insieme, laici, religiosi e religiose, su strade condivise di preghiera, di discernimento e di lavoro, per essere artigiani di giustizia e di comunione”. Infine il terzo aspetto sul quale il Papa chiede di meditare.
La dolcezza paterna della carità. Possiate ricercarla e viverla tra voi, con spirito di fraternità, ed esercitarla nei confronti di tutti. Essere come Maria nostra Madre: allo stesso tempo forti nella testimonianza e dolci nell’amore. San Leonardo diceva: "La carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, e dolcezza". E per fare questo ci vuole croce, ci vuole saper portare la croce. Ci vuole preghiera, ci vuole sacrificio.
Infine Francesco cita ancora Leonardo Murialdo. “Come senza fede non si piace a Dio, così senza dolcezza non si piace al prossimo”, diceva il santo, per il Papa un semplice e potente programma di vita e di apostolato.
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