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La tappa continentale in Oceania del Sinodo sulla sinodalità, nel febbraio 2023 La tappa continentale in Oceania del Sinodo sulla sinodalità, nel febbraio 2023 

La sfida sinodale di Francesco: per guarire da ogni forma di discriminazione

Dall'Australia l'esortazione a intraprendere con tanto impegno e perseveranza l'invito del Papa a "camminare insieme" e diventare una Chiesa che, sia ad-intra che ad-extra, testimonia in modo inequivocabile la pari dignità di ogni persona e di tutti i popoli

di Sandie Cornish *

Il sinodo è un invito a ritornare alle nostre fonti e a impegnarci di nuovo con la chiamata del Vangelo oggi. Come ha riconosciuto la recente assemblea della Federazione delle conferenze episcopali cattoliche dell’Oceania, alcune delle Chiese più giovani nella regione sono tra le più vive. Cercano di ispirarsi direttamente alla Chiesa dei primordi, aggirando le concrezioni secolari. La sinodalità ci invita tutti a riflettere su ciò che potrebbero significare oggi, per la Chiesa, le pratiche della Chiesa antica del camminare insieme nel discepolato, della comunità, dell’unità nella diversità e della trasformazione guidata dallo Spirito.

I primi popoli dell’Australia incarnano le culture viventi continue più antiche al mondo. Hanno molto da insegnarci sul giusto rapporto con Dio, con gli altri e con l’intero creato. Tuttavia, spesso è stata loro negata quella che san Giovanni Paolo II ha descritto come “la felicità di essere con Dio e tra di voi alla maniera degli aborigeni”, facendoli invece sentire “un popolo diviso in due, come se un aborigeno dovesse prendere in prestito la fede e la vita cristiana, come un cappello o un paio di scarpe da un altro che le possiede” (Discorso agli aborigeni e agli isolani dello stretto di Torres nel “Blatherskite Park” ad Alice Springs, 29 novembre 1986). Oggi riconosciamo come razzismo la presunzione che le espressioni di fede europee siano normative. La pari dignità di tutte le persone non è un principio sociale valido solo al di fuori della Chiesa. Razzismo, sessismo e clericalismo sono ferite sul corpo di Cristo che hanno bisogno di essere guarite.

La sinodalità ci chiama alla conversione, suggerendo che la Chiesa è una comunità in cammino verso la verità. Afferma una comprensione nel senso del battesimo, della corresponsabilità e della comunità di ciò che significa essere Chiesa, dove tutti i fedeli partecipano alla funzione sacerdotale, profetica e regale.

La conversione comporta cambiamento. Essere nutriti e guidati dalla Tradizione non impedisce di abbracciare il processo di conversione ad azioni, processi e atteggiamenti nuovi. I peccati e le mancanze della nostra Chiesa devono essere affrontati con onestà, specialmente gli abusi criminali nei confronti di minori e adulti vulnerabili. Dobbiamo abbandonare tutto ciò che si è rivelato non autentico, tutto ciò che ha favorito o protetto questo tipo di comportamento. Dobbiamo capire quando c’è bisogno di otri nuovi. Il cammino sinodale di conversione continua ci incoraggia a diventare una Chiesa che, sia nella sua vita interna sia nella sua azione nel mondo, testimonia in modo inequivocabile la pari dignità di ogni persona e di tutti i popoli.

Leggendo i segni del tempo presente alla luce del Vangelo, vediamo che l’azione di Dio nel mondo non è limitata alla Chiesa cattolica! Una Chiesa più sinodale sarà aperta alla saggezza ecumenica e interconfessionale. Sarà aperta alla sapienza proveniente da ogni settore dello scibile umano, che continua a crescere. Sarà aperta a camminare con tutte le persone di verità su un sentiero di incontro, dialogo e accompagnamento.

Mentre cerchiamo di seguire Gesù sempre più da vicino, guidati dallo Spirito Santo nel cammino verso il Regno del Padre, non siamo soli. L’intero creato partecipa al mistero della salvezza. Tutte le creature “avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, […]. L’essere umano […], è chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore” (Laudato si’, n. 83). Il nostro ascolto e il nostro dialogo devono includere l’attenzione verso la terra e tutte le sue creature.

In Fratelli tutti Papa Francesco sottolinea la necessità di una cultura dell’incontro e del dialogo nell’affrontare le questioni più importanti del mondo attuale (cfr. nn. 215—221). Questa cultura è essenziale anche per la vita interna della Chiesa, specialmente per il suo governo e la sua leadership. L’apertura, la responsabilità e la trasparenza nella presa di decisioni, nella leadership e nel governo della Chiesa, pertanto, sono state richieste costanti nelle consultazioni sinodali.

La salute interna della Chiesa e l’efficacia della sua testimonianza esterna sono interconnesse. In entrambi i casi, una cultura d’incontro e di dialogo e una spiritualità di sinodalità ci aiuteranno a camminare insieme nella fede.

* Senior lecturer (professore associato) presso la facoltà di teologia della Australian Catholic University e membro della Segreteria della Fcbco per l’assemblea di Suva

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13 marzo 2023, 08:00