Francesco rinnova l’appello per la pace in Ucraina
Paolo Ondarza e Marina Tomarro – Città del Vaticano
“Rivolgo una speciale benedizione alla Carovana di pace che in questi giorni è partita dall’Italia per l’Ucraina”. Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, al termine della Messa nella Domenica delle Palme, torna a chiedere preghiere per L’Ucraina e, in special modo, ricorda l’iniziativa promossa da varie Associazioni tra cui Papa Giovanni XXIII, FOCSIV, Pro Civitate Christiana, Pax Christi e altre.
La vicinanza e la preghiera
“Insieme con generi di prima necessità”, ha detto il Vescovo di Roma, “portano la vicinanza del popolo italiano al martoriato popolo ucraino, e oggi offrono rami di ulivo, simbolo della pace di Cristo. Ci uniamo a questo gesto con la preghiera, che sarà più intensa nei giorni della Settimana Santa”.
Stop The War Now
Partita lo scorso 30 marzo da Padova, la quinta Carovana di Pace "Stop The War Now" coinvolge in un viaggio verso l’Ucraina oltre 150 volontari di numerose organizzazioni della società civile italiana, che nel Paese devastato da oltre un anno di guerra portano aiuto concreto alla popolazione civile e un messaggio di pace e nonviolenza. I 30 mezzi coinvolti, in un percorso di 5mila chilometri tra andata e ritorno, sono arrivati ieri a Odessa trasportando in Ucraina 20 generatori di corrente e un totale di 20 tonnellate di aiuti umanitari. Lo scopo è quello di raggiungere le zone assediate ad un passo dal fronte della guerra e la missione permanente dei volontari a Mykolaiv coordinata dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
“Siamo stati ieri a Odessa”, racconta a Vatican News don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia: “abbiamo consegnato un grande generatore all'ospedale pediatrico e poi abbiamo portato anche tanti piccoli generatori anche a Mykolaiv dove ci troviamo ora".
"Ieri sera - prosegue il sacerdote - ci hanno accolti, hanno fatto di tutto perché noi potessimo trovare spazio. Non siamo in pochi, siamo 150. Hanno fatto spazio, hanno spostato gli scatoloni e ci hanno accolti con una dignità da ospiti d’onore. Noi abbiamo portato tanti aiuti. Ovviamente c'è bisogno di questo, ma loro ci hanno ricambiati davvero con la loro accoglienza". "Per la festa della Domenica delle Palme - racconta don Sacco - ci hanno anche cucinato vari piatti e ci hanno chiesto di fare un momento di festa. Lo faremo questa sera. Ieri abbiamo anche improvvisato un piccolo concertino con le canzoni di repertorio che tutti conoscono. Con questo momento di festa ci hanno voluto dire: dateci un segno di speranza, aiutateci a vivere un momento di leggerezza, perché qui la guerra rischia di schiacciarci. Questo tocca la mia coscienza. Tocca la coscienza di tutti noi chiamati, come ricorda spesso Papa Francesco, a non lasciarci prendere dall'indifferenza. Il ramo di ulivo che oggi portiamo è il segno della debolezza, il segno della mitezza. Gesù che viene accolto perché lo vorrebbero fare re. Anche oggi c'è questa tentazione di osannare quelli che ostentano la potenza e denigrare invece quelli che scelgono la mitezza, la nonviolenza”.
Cosa farete nelle prossime ore? Cosa avete in programma?
Noi siamo arrivati, alcuni via terra, già venerdì sera e ieri che era sabato siamo stati a Odessa. Oggi, 2 aprile, siamo a Mykolaiv tutto il giorno. Andremo in varie zone della città anche a condividere, un po’ a conoscere, vedere. Ce lo chiedono proprio come segno di speranza. Mangeremo e dormiremo qui a Mykolaiv e domani mattina ripartiamo per l’Italia.
Don Renato, quanto sono importanti iniziative come questa: portare non solo la solidarietà dei beni materiali, ma la solidarietà morale ai nostri fratelli ucraini?
Io credo che sia fondamentale e non lo dico perché siamo qui. Credo che noi qui rappresentiamo tante persone per dire a chi vive qui, ai ragazzi che ieri erano con noi ad accoglierci in festa, agli adulti, a chi ha problemi, a chi porta un dolore grande nel cuore, a chi piange chi non c’è più a causa della guerra: ‘tu sei una persona importante e noi non ti dimentichiamo. Certo ti stiamo portando un aiuto concreto: un generatore, una scatola di tonno, un dissalatore per far fronte al problema dell’acqua. Un dissalatore costa circa 12mila euro e serve per rendere potabile l'acqua. Ma siamo qui anche per dirti che siamo accanto a te, che non si deve spegnere la speranza. Chi decide la guerra non si reca dove si combatte, la decide a tavolino, lontano. Chi sceglie la pace e chi vuole la pace ci mette la propria vita, ci va di persona. Questa è la differenza. Noi siamo qui a dire no: c'è tanta gente, credenti e non credenti, uomini e donne, credo che in Italia siamo la stragrande maggioranza, a volere davvero un cessate il fuoco.
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