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I poveri di Budapest: Francesco oggi con noi, ma ci è sempre stato accanto

Nella chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria il Papa ha incontrato i poveri e i rifugiati. Alcuni raccontano le loro esperienze, il baratro e poi la rinascita

Andrea De Angelis - Budapest

József ha i capelli bianchi, le rughe sul volto e baffi importanti. Parte di un unico popolo, quello che si è presentato oggi, sabato 29 aprile, agli occhi del Papa. Nella chiesa di Santa Elisabetta di Ungheria era insieme al gruppo di circa 600 rifugiati e "poveri",  cioè le persone talvolta messe ai margini, troppo spesso dimenticate. József sulla strada ha vissuto, spiega che le panche di legno dove siede qui, in chiesa, sono più confortevoli del marciapiede. "Mai avrei immaginato di vedere il Papa da vicino, anche se - dice con sguardo serio e con un pizzico di fierezza - ho sempre sentito che era accanto a me. A noi". Mima con le braccia questa prossimità indicando verso il basso. Il Papa è accanto, anche quando le notti sono fredde e solitarie sulle strade della città. Oggi József ha iniziato una nuova vita ed è grato a chi ha saputo tendere la mano. 

La fede in Dio 

Zsuzsanna, occhi neri, piccoli, e un grande sorriso. Ha voluto testimoniare oggi, con la sua presenza, che tutto è possibile. È in piedi all'esterno della Chiesa con un ombrello che la copriva da una lieve pioggia. Ha dovuto lottare per uscire dal tunnel dell'anoressia, che l'ha portata a perdere tutto: affetti, lavoro, la salute, che fino a quel momento non era mai mancata. Perdere peso, vedere svanire paure per poi scoprirne altre, terribili. Quelle di chi vede la vita appesa ad un filo. La malattia le ha fatto conoscere la povertà, nel giro di pochi mesi non è più riuscita a pagare neanche l'affitto di casa. Il ricovero, il desiderio di lasciarsi morire. Poi la fede in Dio, un cuore nuovo che inizia a battere e il ritmo delle giornate muta. "Il sole splendeva anche per me". Ancora c'è molto da costruire nel suo cammino, ma il timore ha lasciato spazio al coraggio di chi vuole tornare ad essere protagonista. "Il Papa - dice con la voce rotta dalla commozione - chiede sempre a noi giovani di prendere in mano le nostre vite, di non stare a guardare. Io oggi ho la forza di guardarmi allo specchio e sognare". 

Una chiesa, mille colori

Le storie si moltiplicano. Colpisce osservare i volti dei presenti, le mani quasi sempre giunte in preghiera, i vestiti di mille colori: felpe grigie, giacconi blu, un cappotto beige accanto ad un maglioncino rosso. Come rosse sono le maglie delle decine di operatori di Caritas Ungheria, gialli i fazzoletti al collo di un gruppo proveniente da un comune vicino Budapest. Gli occhi rivolti verso l'altare, all'uomo vestito di bianco, il Successore di Pietro rimasto con loro per oltre un'ora. Perché, come titolava un quotidiano poco prima dell'arrivo di Francesco a Budapest, dove è Pietro, lì è la Chiesa. 

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29 aprile 2023, 12:35