Il Papa accanto ai migranti: il Mediterraneo mai più “teatro di morte e disumanità"
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità”: l’appello del Papa dopo l’Angelus di questa domenica, davanti a 20 mila fedeli in piazza San Pietro e a milioni collegati attraverso i media, è vibrante. Parla del dramma di migliaia di migranti intrappolati e abbandonati da settimane, “tra indicibili sofferenze” in aree desertiche dell’Africa settentrionale. (Ascolta il podcast con la voce del Papa)
Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità. Il Signore illumini le menti e i cuori di tutti, suscitando sentimenti di fraternità, solidarietà, e accoglienza.
Fame e sete per chi viene respinto al confine tunisino
Ormai da settimane, al confine tra Tunisia e Libia, nella fascia sahariana migliaia di migranti respinti dalle autorità tunisine si trovano intrappolate nel deserto senza cibo, acqua né alcun tipo di assistenza. Due giorni fa ha suscitato indignazione la foto, diffusa da ong che operano nella zona, come “Refugees en Tunisie”, di una giovane donna africana e sua figlia di circa sei anni, trovate morte nel deserto. Ma sono purtroppo migliaia ormai le persone abbandonate in una “terra di nessuno” (soprattutto nella zona a sud di Sfax) e prive di qualunque sostentamento. La polizia libica ha pubblicato alcuni giorni fa un video in cui alcune sue pattuglie, in pieno deserto, prestano soccorso a 90 persone sfinite dal caldo e dalla sete.
Vicino alle vittime e agli sfollati dei nubifragi in Corea del Sud
Francesco ricorda anche che si stanno sperimentando, “qui e in molti Paesi, eventi climatici estremi”: da una parte molte regioni sono interessate “da ondate anomale di caldo e colpite da devastanti incendi”; dall’altra, in tanti luoghi vi sono nubifragi e inondazioni, “come quelle che hanno flagellato nei giorni scorsi la Corea del Sud: sono vicino a quanti soffrono e a coloro che stanno assistendo le vittime e gli sfollati”.
E, per favore, rinnovo il mio appello ai responsabili delle Nazioni, perché si faccia qualcosa di più concreto per limitare le emissioni inquinanti: è una sfida urgente e non si può rimandare, riguarda tutti. Proteggiamo la nostra casa comune!
Il futuro si costruisce nell'alleanza tra giovani e anziani
Infine, presentando il nipote e la nonna che ha al suo fianco nella finestra dalla quale ha appena recitato la preghiera dell’Angelus, il Pontefice ricorda che oggi, “mentre molti giovani si apprestano a partire per la Giornata Mondiale della Gioventù”, si celebra la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.
La vicinanza tra le due Giornate sia d’invito a promuovere un’alleanza tra le generazioni, di cui c’è tanto bisogno, perché il futuro si costruisce insieme, nella condivisione di esperienze e nella cura reciproca tra i giovani e gli anziani. Non dimentichiamoci di loro. E facciamo un applauso a tutti i nonni e a tutte le nonne! Forte!
Al termine, il saluto ai fedeli romani e ai pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare dal Brasile, dalla Polonia, dall’Uruguay, le studentesse di Buenos Aires e i fedeli della diocesi di Legnica, in Polonia. Saluta infine il gruppo cicloturistico “Quarant’anni dopo” di Cogorno, e i partecipanti all’iniziativa “Pedalar pela Paz” e i bambini accolti da alcune comunità del Lazio.
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