Il Papa in preghiera per la crisi in Libano: non dimentichiamo
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
"Non dimentichiamo: il Libano è anche un messaggio". Francesco segue con apprensione la complessa crisi attraversata nel Paese ed auspica che "si possa trovare una soluzione degna della storia e dei valori di quel popolo". Quindi il Pontefice ricorda la devastazione seguita, tre anni fa, il 4 agosto 2020, all'esplosione nel porto di Beirut e rinnova la preghiera per le famiglie delle centinaia di vittime che ancora "sono alla ricerca di verità e giustizia".
La richiesta di giustizia
Commemorazioni sono state organizzate per venerdì prossimo dai parenti delle vittime che denunciano gli ostacoli nelle indagini, bloccate dallo scorso febbraio. L'esplosione fu innescata da un incendio in un magazzino del porto dove da tempo era custodita un'ingente quantità di nitrato di ammonio. La deflagrazione ha distrutto il sito, una parte della capitale libanese, provocato oltre 220 morti e più di 6500 feriti. 300 mila le persone rimaste senza casa.
Una crisi che ha piegato il Libano
Il Libano, come messo in luce del Vescovo di Roma, è piegato inoltre da una crisi politica ed economica gravissima, considerata dalla Banca Mondiale come una delle peggiori al mondo dal 1850 ad oggi. Si pensi che nel 2022 oltre l’80% della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà; la sterlina libanese ha perso il 95% del suo valore in tre anni e il Pil è diminuito del 6,7% nel 2019, del 20,3% nel 2020, e del 9,5% nel 2021. Inoltre il sistema bancario, il sistema sanitario e il sistema educativo, ovvero i tre fattori che costituivano la specificità del modello libanese in Medio Oriente, stanno progressivamente venendo meno. Infine anche i rapporti con Israele sono tesi a causa del conflitto sulle rotte marittime nel Mar Mediterraneo.
Nel frattempo nelle ultime ore si registrano nuovi scontri nel campo profughi palestinese di Ain al-Helweh nel sud del Paese dei cedri: una persona è stata uccisa e sei ferite. Lo ha riferito all’AFP un funzionario palestinese. Gli scontri tra gruppi rivali sono comuni ad Ain al-Helweh, dove vivono piu' di 54.000 rifugiati palestinesi. Negli ultimi anni sono arrivati sul sito anche migliaia di palestinesi fuggiti dal conflitto in Siria. L'agenzia di stampa ufficiale libanese NNA ha affermato che “un tentativo di omicidio contro un attivista islamista” ha scosso il campo sabato, senza che siano state riportate vittime. L'esercito libanese non entra nei campi profughi palestinesi del Paese, quindi le fazioni stesse sono responsabili della sicurezza nel complesso.
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