Il Papa telefona alla mamma di Luca, morto al rientro dalla Gmg
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Una chiesa gremita questa mattina, quella di Sant’Ilario a Marnate in provincia di Varese dove è stato proclamato il lutto cittadino. Alle esequie di Luca Re Sartù, il 24enne morto a causa di un batterio qualche giorno dopo essere tornato dalla Giornata mondiale della Gioventù, hanno partecipato in tantissimi: familiari, amici con la maglia della Gmg di Lisbona, conoscenti, rappresentanti istituzionali e molte altre persone, toccate dalla testimonianza di fede e altruismo di questo ragazzo. Tanto calore umano è giunto al cuore dei genitori e del fratello di Luca, prostrati dal dolore.
Come un padre
Alla mamma nelle ultime ore è arrivata inaspettata la telefonata Papa Francesco. La donna lo ha riferito con grande commozione direttamente al vicario episcopale, monsignor Luca Raimondi che oggi ha celebrato le esequie e che Vatican News ha intervistato: “Le parole testuali della mamma – riferisce Raimondi - sono state: ‘quando lo vede, lo ringrazi perché è stato di una gentilezza squisita. Si è commosso con me, ha pianto con me e soprattutto è stato come un padre. Mi ha consolato come se fosse il mio papà’. La mamma è rimasta molto, molto colpita”.
La telefonata di Papa Francesco è arrivata ieri sera?
Sì. L'ha chiamata ieri. La mamma me l'ha confermato. E poi al cimitero, poco prima della sepoltura, mi ha raccontato dell’attenzione squisita che il Papa ha avuto nei suoi confronti, con molta paternità. Si sono commossi insieme. Il Papa ha condiviso le lacrime di questa donna. Questa cosa mi ha colpito. È molto bella.
Eccellenza, chi era Luca Re Sartù?
Questo ragazzo era impegnato in oratorio, in parrocchia. Era in gamba. Era un credente vero. Io tra l'altro me lo ricordo bene. Lui era presente alla catechesi che ho tenuto a Portosalvo con il suo gruppo insieme a tanti giovani della diocesi di Novara. Era anche un educatore dell’ACR. Oggi ai funerali c'era anche la presidenza dell’Azione Cattolica.
Quindi un ragazzo impegnato in parrocchia…
Sì, molto impegnato. La Chiesa era la sua famiglia. Io stamattina l'ho sottolineato. Tra un milione e ottocentomila persone alla veglia col Papa, c'era lui che ha partecipato con gioia, fino all'ultimo istante, alla GMG. Era convinto di essere andato a Lisbona e non perché non sapesse che altra vacanza fare. La sua è stata veramente una scelta consapevole. Questa mattina ai funerali ho citato i tre verbi che il Papa ha ricordato il giorno della GMG: brillare, ascoltare e non temere. La vita di questo ragazzo è un brillìo. Luca ha brillato, ha brillato perché aveva delle motivazioni di fede, ha brillato perché era buono, perché rispetto alla logica del successo, del potere o dell'apparire, lui ha detto: “io seguo il Vangelo di Gesù e lo comunico anche ai ragazzi più giovani di me”.
La testimonianza di Luca evidentemente ha colpito: la Chiesa oggi ai funerali era piena…
La gente ha colto la bontà di questo ragazzo. In tantissimi sono tornati appositamente dalle vacanze. Io mi sono commosso perché in chiesa gli amici di Luca hanno intonato subito l'inno della GMG. Hanno pregato e lo hanno accompagnato fino al cimitero.
Il dolore della famiglia è inesprimibile in queste giornate. Indubbiamente questo dolore è accompagnato dalla vicinanza di tutta la comunità, della Chiesa universale…
La famiglia continuava a ringraziare per questa presenza. Io ho portato il saluto dell’arcivescovo di Milano. Ho portato anche il messaggio che monsignor Américo Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona, futuro cardinale e presidente del Comitato organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù, ha diffuso sul sito della GMG. Ha diramato un comunicato per dire che tutto il Portogallo si univa nella preghiera per questo giovane.
Stamattina c'era l'abbraccio di tutta la Chiesa...
Ecco, io posso dirle, e l'ho detto anche ai preti finito al funerale, che nel dolore dello strazio per la morte di un ventiquattrenne, io ho respirato la festa di luce stamattina. Una festa di luce di giovani credenti che hanno pregato e hanno coinvolto nella preghiera tutta la comunità che di questo ragazzo dovrà essere fiera. E io ho detto ai ragazzi che per il prossimo Giubileo del 2025, quando andremo a Roma, Luca sarà un po', tra virgolette, il nostro patrono. Ci accompagnerà dal cielo. Ho anche invitato i giovani presenti che solitamente non vanno in chiesa a chiedersi: come mai questo ragazzo era così amato? Qual era la sua la sua gioia? La fede non è uno scherzo, cambia la vita di una persona.
Quella di Luca è una testimonianza…
Luca è stato proprio missionario. Anche con la sua morte ha testimoniato la fede.
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