Francesco: la Gmg, esempio di un mondo fraterno senza odio né armi
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Mentre in Ucraina e in altri luoghi del mondo si combatte, e mentre in certe sale nascoste si pianifica la guerra - è brutto questo, si pianifica la guerra - la Gmg ha mostrato a tutti che è possibile un altro mondo: un mondo di fratelli e sorelle, dove le bandiere di tutti i popoli sventolano insieme, una accanto all’altra, senza odio, senza paura, senza chiusure, senza armi!
È un messaggio chiaro quello dei giovani riuniti a Lisbona la scorsa settimana: i grandi della terra ascolteranno "questo entusiasmo giovanile che vuole pace", si chiede Francesco all’udienza generale tenuta nell’Aula Paolo VI gremita di persone, con l'auspicio che "tutto il mondo ascolti questa Giornata della gioventù e guardi questa bellezza dei giovani". L’appuntamento del mercoledì con i fedeli torna dopo lo stop dovuto alla convalescenza seguita all’intervento chirurgico subito il 7 giugno scorso e la consueta pausa del mese di luglio. Nella catechesi interamente dedicata al suo recente viaggio apostolico in Portogallo, il 42.mo del suo pontificato, il Papa traccia un bilancio della XXXVII Giornata mondiale della gioventù e confida di avere beneficiato del clima festoso e “dell’ondata di giovani" che si è riversata nella capitale portoghese. Quell'atmosfera gioiosa è arrivata anche nell'Aula Paolo VI, dove tanti giovani sventolano le bandiere dei loro Paesi. Sono ragazzi che prima di rientrare dalla Gmg "sono passati per Roma", il Pontefice li riconosce. "Eccoli - dice -. Dove sono i giovani c’è chiasso, sanno farlo bene!". Poi ringrazia la Chiesa di Lisbona “per l’organizzazione e l’accoglienza” e definisce i giovani portoghesi “una presenza vitale”, ora rafforzata dall’esperienza vissuta insieme ad altri coetanei di tutto il mondo, che sarà salutare per tutta la società.
Un nuovo inizio dopo la pandemia
L’edizione 2023 della Giornata mondiale della gioventù, la prima dopo la pandemia, “è stata sentita da tutti come dono di Dio”, che “sempre apre nuovi orizzonti”, fa notare Francesco. E se la pandemia “ha inciso pesantemente sui comportamenti sociali” e le nuove generazioni “hanno risentito in modo particolare” dei mesi di isolamento degenerati “spesso in chiusura”, con l’incontro di Lisbona “Dio ha dato una ‘spinta’ in senso contrario”, c’è stato “un nuovo inizio”, spiega il Papa. Lo Spirito Santo “ha rimesso in movimento i cuori e i passi dei giovani del mondo sulle vie del Vangelo”, portandoli, non a caso, riflette il Pontefice, nella capitale portoghese, “città simbolo delle grandi esplorazioni via mare.
Maria guida dei giovani verso Gesù
Francesco ricorda, poi, che “alla Gmg il Vangelo ha proposto ai giovani” come modello Maria, che nel momento più critico va a trovare la cugina Elisabetta, "si alzò e andò in fretta" si legge nel Vangelo. "Lei fa le cose per noi in fretta, mai ci fa aspettare - sottolinea il Papa -, Lei è la mamma di tutti". Così, oggi, assicura, la Madre Celeste “guida il pellegrinaggio dei giovani alla sequela di Gesù. Come aveva fatto già un secolo fa in Portogallo, a Fatima, quando si era rivolta a tre bambini affidando loro un messaggio di fede e di speranza per la Chiesa nel mondo”.
Per questo, nella Gmg, io sono ritornato a Fatima, al luogo dell’apparizione, e insieme ad alcuni giovani malati ho pregato Dio perché Lui guarisca il mondo dalle malattie dell’anima: la superbia, la menzogna, l’inimicizia, la violenza. Sono malattie dell’anima e il mondo è ammalato di queste malattie. E abbiamo rinnovato la consacrazione nostra, dell’Europa, del mondo al Cuore di Maria, al cuore Immacolato di Maria. Io ho pregato per la pace perché ci sono tante guerre da tutte le parti del mondo, tante.
Nella memoria del Pontefice sono rimasti i tanti giovani del mondo "venuti a Lisbona numerosi e con grande entusiasmo", anche in "piccoli gruppi e alcuni con tanti problemi" come "il gruppo dei giovani ucraini che portavano storie che erano dolorose".
La gioia di scoprirsi Popolo di Dio
Non è stata “una vacanza, un viaggio turistico, e nemmeno un evento spirituale fine a sé stesso” ciò che hanno vissuto i numerosi ragazzi giunti dai cinque continenti a Lisbona “con grande entusiasmo”, rimarca inoltre il Papa, che chiarisce cos’è l’appuntamento giovanile nato durante il pontificato di Giovanni Paolo II, nel 1985.
La Giornata della Gioventù è un incontro con Cristo vivo attraverso la Chiesa, i giovani vanno a incontrare Cristo; è vero che dove ci sono i giovani c’è gioia, c’è un po’ di tutte queste cose!
Infine Francesco rivolge il suo pensiero a quanti in Portogallo si sono spesi per il buon esito della XXXVII Giornata mondiale della gioventù e rinnova la sua gratitudine al presidente della Repubblica "che è stato presente in tutte le celebrazioni", alle autorità civili portoghesi e “a tutti i collaboratori e ai volontari”, 25 mila per l'occasione. Il Papa rammenta l'incontro con loro, prima di rientrare a Roma e conclude la sua catechesi invocando l’intercessione della Vergine Maria perché Dio “benedica i giovani del mondo intero” e chiedendo a tutti di pregare insieme a lui un'Ave Maria.
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