Il Papa ai neo cardinali: siate l'armonia che rappresenta la sinodalità della Chiesa
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Quella Chiesa santa, apostolica e “madre, che parla in tutte le lingue, che è una ed è cattolica”, nata con la Pentecoste, quando gli apostoli si ritrovarono a Gerusalemme assieme ai giudei che vi abitavano, ma anche a parti, medi, elamiti e tanti altri popoli di vari Paesi che li udivano parlare nei loro idiomi, Francesco la intravede nel nuovo Collegio cardinalizio, ampliatosi oggi con la creazione di 21 porporati, di cui 18 elettori e 3 non elettori. Non è tra loro l'anziano Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei di Buenos Aires. Undici le delegazioni ufficiali da Spagna, Francia, Itala, Polonia, Portogallo, Colombia, Venezuela, Argentina, Giordania, Palestina e Sud Sudan che prendono parte al Concistoro celebrato in una piazza San Pietro rischiarata da un caldo sole di fine settembre, dove, fra circa 12 mila fedeli, spiccano le berrette rosse di tutto il mondo. Ci sono pure gli ordini di Malta e del Santo Sepolcro. Nell'omelia il Papa sottolinea la diversa provenienza dei suoi più stretti collaboratori e richiama l’immagine di un’orchestra.
Il Collegio Cardinalizio è chiamato ad assomigliare a un’orchestra sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della Chiesa.
Una Chiesa sinfonica e sinodale
Per Francesco “il carattere sinodale della Chiesa” è come una sinfonia, in cui i diversi strumenti danno ciascuno il proprio apporto, “a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte con tutto l’insieme”. Ma “la diversità è necessaria, è indispensabile”, anche se, spiega il Papa, “ogni suono deve concorrere al disegno comune”, e per tale motivo “è fondamentale l’ascolto reciproco: ogni musicista deve ascoltare gli altri”. Mentre “il direttore dell’orchestra è al servizio di questa specie di miracolo che ogni volta è l’esecuzione di una sinfonia”, a lui il compito di “ascoltare più di tutti gli altri” e di “aiutare ciascuno e tutta l’orchestra a sviluppare al massimo la fedeltà creativa, fedeltà all’opera che si sta eseguendo”. E proprio l’immagine dell’orchestra insegna “sempre meglio ad essere Chiesa sinfonica e sinodale”, e per questo Francesco la propone al collegio cardinalizio, “nella consolante fiducia che abbiamo come maestro lo Spirito Santo: maestro interiore di ognuno e maestro del camminare insieme”, che “crea la varietà e l’unità” e che “è la stessa armonia”.
Essere evangelizzatori evangelizzati e non funzionari
Più volte il Papa cita il brano evangelico che narra del “battesimo dello Spirito Santo”, del dono del Vangelo ricevuto in varie lingue, che deve risvegliare stupore e riconoscenza per la Buona Novella arrivata “a noi nelle nostre lingue, sulle labbra e nei gesti dei nostri nonni e dei nostri genitori, dei catechisti, dei sacerdoti, dei religiosi”, trasmessa anche “in dialetto, dalle mamme e dalle nonne”.
Siamo evangelizzatori nella misura in cui conserviamo nel cuore lo stupore e la gratitudine di essere stati evangelizzati. Anzi, di essere evangelizzati, perché in realtà si tratta di un dono sempre attuale, che chiede di essere continuamente rinnovato nella memoria e nella fede. Evangelizzatori evangelizzati e non funzionari.
La Pentecoste atto creativo che Dio rinnova continuamente
Ed è ancora alla Pentecoste che invita a guardare Francesco proseguendo la sua riflessione, un fatto che non è del passato, ma “un atto creativo che Dio rinnova continuamente”, un “mistero sempre attuale” di cui “la Chiesa e ogni suo membro vive”. Perché la Chiesa “non vive ‘di rendita’ - aggiunge il Papa - e tanto meno di un patrimonio archeologico”, ma “vive dell’oggi di Dio, per l’azione dello Spirito Santo”.
Oggi, alla luce della Parola, possiamo cogliere questa realtà: voi neo-Cardinali siete venuti da diverse parti del mondo e lo stesso Spirito che fecondò l’evangelizzazione dei vostri popoli, ora rinnova in voi la vostra vocazione e missione nella Chiesa e per la Chiesa.
Terminata l’allocuzione, Francesco spiega ai fedeli il gesto che sta per compiere chiamando a far parte del Collegio dei Cardinali alcuni fratelli “perché siano uniti alla Sede di Pietro con più stretto vincolo, divengano membri del clero di Roma, cooperino più intensamente” al servizio apostolico. Quindi crea e proclama i nuovi porporati, pronunciando i loro nomi e invitandoli, poi, a professare la loro fede in Dio e a giurare fedeltà alla Chiesa. “Prometto e giuro di rimanere, da ora e per sempre, finché avrò vita, fedele a Cristo e al suo Vangelo, costantemente obbediente alla Santa Apostolica Chiesa Romana, al beato Pietro nella persona del Sommo Pontefice Francesco e dei suoi successori…” dichiarano i neocardinali, che subito dopo, uno per uno, inchinatisi davanti al Papa, ricevono zucchetto e berretta cardinalizia.
A nome di tutti loro, all’inizio della celebrazione, il prefetto della Congregazione per i Vescovi Robert Prevost ha rivolto un saluto al Pontefice. Ciò che è fondamentale per ogni discepolo di Cristo è l’umiltà, ha detto, aggiungendo che il nuovo compito affidato dal Papa ai nuovi cardinali è “una chiamata all’umiltà”. Ricordando, poi, l’imminente inizio del Sinodo sulla Sinodalità, Prevost ha rimarcato che “essere una Chiesa sinodale che sa ascoltare tutti, è la via non solo per vivere personalmente la fede, ma anche per crescere nella vera fraternità cristiana” e che “la Chiesa è pienamente tale solo quando veramente ascolta, quando cammina come Nuovo Popolo di Dio nella sua meravigliosa diversità, riscoprendo continuamente la propria chiamata battesimale a contribuire alla diffusione del Vangelo e del Regno di Dio”. Infine il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha chiesto a Francesco di pregare per i nuovi cardinali, perché “possano contribuire a rendere la porta della Chiesa universale più pronta ad aprirsi, più veloce nell’accogliere, più capace di ascoltare tutti”.
Con questo Concistoro, il nono del Pontificato di Francesco, il Collegio dei cardinali giunge a 242 porporati, di cui 137 elettori e 105 non elettori. Sono 91 i Paesi rappresentati dalle berrette rosse, 29 i cardinali dall’Africa, 34 dall’Asia, 64 dal continente americano, 111 dall’Europa e 4 dall’Oceania. I cardinali che appartengono a una famiglia religiosa sono 58, gli ordini e le congregazioni dai quali provengono 29.
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