Il Papa: il cibo gettato via è un affronto ai poveri
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
“Il cibo che buttiamo nella spazzatura lo strappiamo ingiustamente dalle mani di quanti ne sono privi. Di quanti hanno diritto al pane quotidiano in virtù della loro inviolabile dignità umana”. Lo scrive Francesco nel messaggio inviato al direttore generale della Fao Qu Dongyu in occasione della Giornata Internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari 2023 che ricorre oggi. Il testo è stato letto da monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso la FAO, l’IFAD e il PAM.
Fame e spreco di cibo
Secondo il Papa la piaga della perdita e dello spreco di cibo è altrettanto preoccupante della tragedia della fame, sono due drammi uniti da una radice di fondo: “la cultura dominante che ha portato a snaturare il valore del cibo, riducendolo a mera merce di scambio”. A questo “si aggiunge l’indifferenza generale verso le persone indigenti” e “la scarsa cura che si riserva al creato” con lo “sfruttamento irrazionale e vorace delle risorse naturali”
Sviluppo e sobrietà di vita
“Non possiamo più limitarci a leggere la realtà in chiave economica o d’insaziabile guadagno”, ammonisce il Pontefice invocando con urgenza “un cambiamento radicale di paradigma”. “È necessario investire risorse finanziare, unire volontà, passare dalle mere dichiarazioni a una presa di decisioni lungimiranti e incisive. Ma soprattutto è imprescindibile rafforzare in noi la convinzione che il cibo gettato via è un affronto ai poveri” e che “lo sviluppo deve essere strettamente legato alla sobrietà di vita”.
Il cibo non è mai un problema
“Il cibo garantisce la vita e non si può mai considerare un problema”, prosegue il Santo Padre: “non possiamo continuare a indicare la crescita della popolazione mondiale come la causa dell’incapacità della terra di alimentare tutti in modo sufficiente, perché in realtà i veri motivi che stanno alla base del proliferare della fame nel mondo sono la mancanza di una concreta volontà politica di ridistribuire i beni della terra, di modo che tutti possano beneficiare di ciò che la natura ci dà, e la deplorevole distruzione di cibo in funzione del beneficio economico”.
Cibo e sacralità della persona
“L’alimentazione ha un fondamento spirituale” e “la sua corretta gestione implica la necessità di adottare comportamenti etici”. Garantendo più di ogni altro bene il soddisfacimento del diritto fondamentale alla vita, il cibo, rimarca Francesco, “va trattato rispettando la sacralità che gli è propria, derivante dalla sacralità fondamentale di ogni persona, e che gli viene riconosciuta da molte tradizioni, culture e religioni”. “Buttare alimenti nella spazzatura – si legge nel messaggio – significa non dare valore al sacrificio, al lavoro, ai mezzi di trasporto e ai costi energetici impiegati per portare in tavola alimenti di qualità”.
Chi non ha cibo è nostro fratello
La raccomandazione del Papa è quindi quella di ravvivare “la consapevolezza della nostra appartenenza comune all’unica famiglia umana universale”. “La famiglia delle Nazioni torni a essere vera”. “Chi va a dormire a stomaco vuoto è nostro fratello. Condividere con lui quello che abbiamo è un imperativo sia di giustizia sia di quella solidarietà fraterna che nasce dai rapporti familiari”.
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