Francesco: l'Ucraina vive un martirio di cui non si parla mai troppo
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Una tragedia crudele e criminale insieme, che ha in sé una “dimensione di martirialità” di cui “non si parla abbastanza”. È un Papa attento e commosso quello che per quasi due ore, prima di scendere in Piazza San Pietro per l’udienza generale, ascolta dalla bocca dei vescovi del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina il resoconto di un dolore terribile, di una guerra e del suo “numero di morti, di feriti, di persone torturate” che definisce come “una cosa del diavolo, che vuole distruggere”.
La guerra toglie il sorriso ai bambini
Francesco, riferisce un lungo comunicato la Sala Stampa vaticana, è partecipe del dramma che le testimonianze dai vari luoghi dell’Ucraina gli portano davanti e “con alcuni brevi interventi” manifesta i suoi sentimenti di vicinanza e insieme “il senso di impotenza che si sperimenta davanti alla guerra”, specie quando il racconto arriva a toccare i più piccoli. Il Papa - prosegue la nota - ripensa ai bambini ucraini incontrati durante le udienze che “ti guardano e hanno dimenticato il sorriso” e soggiunge: “Questo è uno dei frutti della guerra: togliere il sorriso ai bambini”.
Dedicare i rosari del mese di ottobre per la pace in Ucraina
Alla crudeltà della guerra si reagisce col bisogno “di più preghiera, per la conversione e la fine del conflitto” che il Papa accompagna con la volontà di esaudire una richiesta ricevuta durante l’incontro, ovvero “che nel mese di ottobre, particolarmente nei santuari, si dedichi la preghiera del rosario alla pace e alla pace in Ucraina”. Il dialogo tocca anche alcune incomprensioni da parte ucraina dovute a talune dichiarazioni del Papa, come quelle fatte durante il video collegamento con i giovani russi il 25 agosto scorso. Francesco ripete ai vescovi quanto detto ai giornalisti sul volo di rientro dalla Mongolia circa le sue parole sul tema della grande Russia, un concetto da lui inteso in quel contesto in senso culturale.
Il popolo ci vuole coraggiosi come Gesù nella Passione
Ciò cui l’Ucraina deve guardare in questa fase tragica della sua storia è per il Papa “l’esempio di Gesù durante la Passione, che non rimane vittima degli insulti, delle torture e della Crocifissione, ma testimonia il coraggio di dire la verità, di essere vicini al popolo, perché non si scoraggi”. “Non è facile - riconosce Francesco - è santità questo, ma il popolo ci vuole santi e maestri di questa strada che Gesù ci ha insegnato”. Pregando la Madonna alla fine dell’incontro il Papa, conclude il comunicato, ha confidato ai presuli “come tutti i giorni ricordi gli ucraini nella sua preghiera davanti all’icona della Vergine” donatagli dall’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk prima che lasciasse Buenos Aires.
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