Il grazie di Francesco a Marsiglia nel ricordo delle vittime di Nizza
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
La festa venata di colori bianchi e azzurri nello stadio, che esulta per Francesco come fosse un gol dell’amata squadra di casa si stempera per un momento, al culmine dei saluti e del grazie del Papa a Marsiglia e alla Francia, in un ricordo e in una commozione, quella che strinse il cuore non solo della Francia il 14 luglio 2016 quando la folla che passeggiava lungo la Promenade des Anglais a Nizza fu falciata dal camion di un terrorista, una striscia di orrore fatta di 86 morti e quasi 500 feriti. Un dolore mai sopito che il Papa lega agli altri orrori recenti del conflitto in est Europa e dei troppi altri sul pianeta.
Rivolgiamo un ricordo orante a quanti persero la vita in quella tragedia e in tutti gli atti terroristici perpetrati in Francia e in ogni parte del mondo. E non stanchiamoci di pregare per la pace nelle regioni devastate dalla guerra, soprattutto per il martoriato popolo ucraino.
Compassione contro "l'epidemia dell'indifferenza"
È il cuore del saluto del Papa a Marsiglia, che lo ha accolto con calore dilatando quasi la breve durata della visita. La gratitudine è per il presidente Macron e tutta la nazione e certamente per chi, a cominciare dal sindaco della città, ha organizzato il soggiorno papale.
Quest’arcidiocesi è stata la prima al mondo ad essere consacrata al Sacro Cuore di Gesù, nel 1720, durante un’epidemia di peste; è dunque nelle vostre corde essere segni della tenerezza di Dio, anche nell’attuale “epidemia dell’indifferenza”: grazie per il vostro servizio mite e determinato, che testimonia la vicinanza e la compassione del Signore!
L’ultimo saluto “carico di affetto”, prima dell’applauso e dell’abbraccio finali del Velodrome, è per gli ammalati, i bambini gli anziani e - “pensiero speciale”, dice Francesco - “per le persone in difficoltà e per tutti i lavoratori di questa città; presso il porto di Marsiglia lavorò Jacques Loew, il primo prete operaio della Francia. La dignità dei lavoratori - è l’appello del Papa - sia rispettata, promossa e tutelata!”.
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