Il Papa: con il diavolo non si dialoga mai, importante custodire il cuore
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Un ciclo di catechesi sul tema dei vizi e delle virtù: è quello che prende il via con l'udienza generale di questo mercoledì, 27 dicembre, in Aula Paolo VI. Francesco lo annuncia affermando che punto di partenza per questa riflessione può essere il libro della Genesi dove si descrive "la dinamica del male e della tentazione" attraverso l'incontro dei nostri progenitori con il serpente, simbolo del male. Il serpente è "un animale insidioso", dice il Papa, riesce a mimetizzarsi facilmente e per questo è "pericoloso".
Mai farsi padroni del bene e del male
Fin dalle prime battute il serpente si rivela "un dialettico raffinato" che riesce a trarre in inganno Adamo ed Eva dicendo che Dio ha vietato loro di mangiare tutti i frutti del giardino, mentre il divieto riguardava solo quelli dell'albero "della conoscenza del bene e del male". Francesco osserva:
Questa proibizione non vuole interdire all’uomo l’uso della ragione, come talvolta mal si interpreta, ma è una misura di sapienza. Come a dire: riconosci il limite, non sentirti padrone di tutto, perché la superbia è l’inizio di tutti i mali. Dunque, Dio pone i progenitori come signori e custodi del creato, ma vuole preservarli dalla presunzione di onnipotenza, di farsi padroni del bene e del male, che è una tentazione. Una brutta tentazione anche adesso. Questa è l’insidia più pericolosa per il cuore umano.
Il male non inizia in modo clamoroso
Il serpente insinua il dubbio sulla bontà di Dio. Adamo ed Eva loro non riescono ad opporsi alla tentazione. E il Papa prosegue:
Con questi racconti, la Bibbia ci spiega che il male non inizia nell’uomo in modo clamoroso, quando un atto è ormai manifesto, ma il male comincia molto prima, quando si comincia a intrattenersi con esso, a cullarlo nell’immaginazione e nei pensieri, finendo con l’essere irretiti dalle sue lusinghe. L’omicidio di Abele non è cominciato con una pietra scagliata, ma con il rancore che Caino ha sciaguratamente custodito, facendolo diventare un mostro dentro di sé.
Con il diavolo non si dialoga
Papa Francesco avverte e ripete più volte: "Con il diavolo non si dialoga". Con lui "non si deve discutere mai". Così ha fatto Gesù nel deserto: "lo ha cacciato via". E alle sue provocazioni ha risposto solo con le parole della Sacra Scrittura. Papa Francesco ripete:
State attenti: il diavolo è un seduttore. Mai dialogare con lui, perché lui è più furbo di tutto noi e ce la farà pagare. Quando viene una tentazione, mai dialogare. Chiudere la porta, chiudere la finestra, chiudere il cuore. E così, ci difendiamo da questa seduzione.
Custodire il cuore è custodire un tesoro
"Bisogna essere custodi del proprio cuore" è dunque la raccomandazione che il Pontefice rivolge con insistenza ai fedeli, ricordando che questo è stato anche l'insegnamento di molti santi:
Custodire il cuore. E noi dobbiamo chiedere questa grazia di imparare a custodire il cuore. È un saggezza – quella – come custodire il cuore. Che il Signore ci aiuti in questo lavoro. Ma chi custodisce il proprio cuore, custodisce un tesoro. Fratelli e sorelle, impariamo a custodire il cuore.
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