Il cardinale Re ai funerali di Sebastiani: ha insegnato la via del cielo
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“I nostri giorni non sono una corsa verso il nulla: abbiamo un destino di eternità”. Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio celebrando questo pomeriggio presso l’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro le esequie del cardinale Sergio Sebastiani, presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede. Il porporato è morto ieri a 93 anni dopo una “travagliata malattia che lo ha portato a passare cinque anni in uno stato privo di coscienza”.
Tutti siamo creati per l’incontro con Dio
“La morte per un cristiano”, ha sottolineato il cardinale Re, “non è soltanto un fatto naturale da accettare con realismo e dignità. Non è soltanto un evento ineluttabile a cui non si può sfuggire”. “È la porta che ci apre la strada che conduce all’incontro più alto, all’incontro personale con Dio”, “È l’inizio della realtà più vera e più importante, perché tutti siamo stati creati per l’incontro con Dio in una vita che non conosce tramonto, nell’immensità dell’amore di Dio”.
Uomo di Dio
Questa certezza, ha ricordato il cardinale decano, “ha illuminato l’intera esistenza del cardinal Sergio Sebastiani”, “uomo di Dio che ha cercato di insegnare a tutti la via che porta al Cielo”: dagli anni di studi prima al Collegio Capranica, poi all’Università Gregoriana ed infine alla Gregoriana, fino all’ordinazione sacerdotale a Fermo. La sua vocazione scaturì dal fascino esercitato dallo zio prete Don Checco da cui ereditò la passione per i giovani e l’attitudine caritatevole. Particolarmente intenso il servizio diplomatico al servizio della Santa Sede. Il cardinale Re ha ricordato i vari incarichi ricoperti da Sebastiani in Perù, Brasile, Francia, Madagascar, Mauritius. In Turchia dal 1985 come nunzio fu attivo nel sostegno alle Chiese locali di rito latino e orientale, curando anche i “rapporti amichevoli con le Chiese ortodosse e in modo particolare col Patriarca di Costantinopoli”.
Fedele servitore del Papa e della Santa Sede
Elemento caratteristico dell’azione di Sebastiani a partire dal 1960, ha messo in luce Re, fu il servizio al Papa e alla Santa Sede: nel 1967 divenne per sette anni segretario particolare del Sostituto alla Segreteria di Stato monsignor Benelli, mentre “diede il meglio di sé negli anni in cui Papa Giovanni Paolo II gli affidò l’incarico di segretario generale del comitato centrale della preparazione e dello svolgimento del grande evento del Giubileo dell’Anno 2000”. Ordinato arcivescovo nel 1976 e nominato pro nunzio apostolico in Madagascar e Mauritius, Sergio Sebastiani ricevette la berretta cardinalizia nel 2001 quando gli fu affidata fino al 2009 la presidenza della Prefettura per gli Affari Economici.
Il cardinale Re lo ha definito un “fedele servitore del Papa e della Santa Sede, uomo di Dio che ha cercato di insegnare a tutti la via che porta al cielo”.
I riti presieduti da Francesco
Il decano del Collegio cardinalizio ha inoltre espresso riconoscente apprezzamento alle Suore della Famiglia del Cuore di Gesù che lo hanno assistiti “con grande dedizione” negli ultimi anni di malattia. Fu Sebastiani, è stato ricordato, a chiamare le religiose dal Messico 23 anni fa.
Al termine della Messa, Papa Francesco ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui