Francesco: la guerra è un crimine contro l’umanità, si deve educare alla pace
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
"Non dimentichiamo!". Francesco lo ripete ancora una volta, subito dopo l’Angelus, con lo sguardo a tante parti del mondo, ma soprattutto rivolto verso Ucraina, Palestina e Israele. “Non dimentichiamo quanti soffrono per la crudeltà della guerra" è il suo accorato appello ai potenti, a chi ha “il potere su questi conflitti”, affinché rifletta sul fatto che la guerra porta solo distruzione.
All’inizio dell’anno ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture. In altre parole, oggi la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità. Non dimentichiamo questo: la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità
I popoli, il mondo intero, hanno bisogno di pace, ripete Francesco, che cita padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, da lui ascoltato pochi minuti prima della recita dell’Angelus nella trasmissione televisiva di Rai 1, “A Sua immagine”, nel ribadire che si deve “educare per la pace".
Dobbiamo educare per la pace. E si vede che non siamo ancora – l’umanità intera – con una educazione tale che fermi ogni guerra. Preghiamo sempre, questa grazia: educare per la pace
Il grazie al Papa di padre Faltas
Da Gerusalemme, pronto il ringraziamento di padre Faltas al Papa che “di continuo chiede di cessare il fuoco, di fermare la guerra, un crimine contro l’umanità”. Il Vicario della Custodia di Terra Santa, quindi , citando il coraggio di Giovanni Battista, chiede di seguire la via indicata da Gesù, quella segnata da “giustizia, amore e pace”, solo così, dice, “avremo pace in tutto il mondo”.
La preghiera per la Colombia
La preghiera di Francesco va anche alle vittime della frana in Colombia che finora ha provocato oltre 30 morti, soprattutto bambini, e che ha colpito una comunità indigena nel nord-ovest del Paese, il dipartimento di Choco, che confina con l’Oceano Pacifico, con una vasta foresta tropicale, e sul quale si sono abbattute violente piogge.
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