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Appello del Papa per il Nicaragua Appello del Papa per il Nicaragua

Nicaragua, Francesco: vescovi e sacerdoti privati della libertà, si cerchi il dialogo

Appello del Papa al termine del primo Angelus del 2024 per il Paese centroamericano dove sono stati arrestati finora 14 preti e anche un vescovo e dove, da febbraio 2022, è in prigione senza regolare processo il vescovo di Matagalpa Álvarez. Il Pontefice esprime vicinanza alla Chiesa del Paese e invita i fedeli a pregare insistentemente: "Auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà"

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Dolore e preoccupazione nelle parole del Papa per la situazione in Nicaragua, “dove vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà”. Nell’Angelus del 1° gennaio 2024, Francesco guarda al Paese centroamericano, nel quale, dopo gli episodi di violenza a danno di chiese e sacerdoti nel 2018 e le espulsioni nel 2022 del nunzio e altri circa 220 religiosi, si assiste ormai da mesi ad una nuova ondata di arresti e restrizioni delle manifestazioni religiose.

Il cammino del dialogo 

Proprio ai sacerdoti e vescovi sotto sequestro, come pure alle loro famiglie e “all’intera Chiesa del Paese”, il Pontefice assicura la sua “vicinanza nella preghiera”.

Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi

Nuovi arresti

Solo negli ultimi giorni sono stati sequestrati almeno 14 sacerdoti – l’ultimo, ieri sera, dopo la celebrazione della Messa di fine anno - due seminaristi e il vescovo di Siuna, monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega. Il presule è stato arrestato dopo aver pregato per monsignor Rolando José Álvarez Lagos, il vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, condannato a 26 anni di carcere senza regolare processo e in prigione dal febbraio dell’anno scorso.

L'appello del Papa per il vescovo Álvarez

Proprio per Álvarez aveva pregato e chiesto preghiere il Papa nell’Angelus del 12 febbraio 2022: Francesco esprimeva “preoccupazione” per il presule “a cui voglio tanto bene” e anche per tutte le persone “deportate negli Stati Uniti”. “Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione”, diceva il Pontefice, invocando l’intercessione della Vergine Maria per “aprire i cuori dei responsabili politici e di tutti i cittadini alla sincera ricerca della pace che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore e si raggiunge attraverso l’esercizio paziente del dialogo”.

Denuncia dell'Onu

Delle difficoltà in Nicaragua e in particolare della situazione del vescovo di Matagalpa, Papa Francesco era poi tornato a parlare in una intervista alla testata argentina Infobae, in occasione del decennale del pontificato, denunciando la mancanza di equilibrio di chi guida il Paese. “Abbiamo un vescovo incarcerato. Un uomo molto serio, molto capace. Ha voluto dare la sua testimonianza e non ha accettato l’esilio”, diceva il Papa.  

Oggi, nel primo giorno del nuovo anno, quindi, un nuovo appello per un popolo e una Chiesa ferite in un Paese in cui, come denunciato di recente dall’Onu, si rischia il pericoloso allontanamento dallo stato di diritto.

 

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01 gennaio 2024, 12:10