Francesco a Trieste, il vescovo Trevisi: “Lo aspetta una terra di frontiera protesa al futuro”
Federico Piana - Città del Vaticano
“Una grande, incontenibile, gioia”. Il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, accoglie con profonda emozione l’annuncio della visita del Papa nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia prevista per il prossimo 7 luglio, a conclusione della 50.ma Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. “Siamo felici che Francesco venga in questa zona di frontiera che ci proietta verso il futuro, verso altri popoli, verso una Chiesa che davvero deve essere sale e luce”, afferma il presule.
Porta per l’Europa
Il Papa si troverà a percorrere le strade di una città che congiunge l’Italia con l’Europa, un ponte dove ci si incontra, dove si “prova a dare concretezza ai sogni e alle speranze delle quali il nostro mondo ha bisogno” spiega il vescovo. Trieste ha anche un’altra vocazione: quella di essere un banco di prova per l’accoglienza e l’inclusione. Monsignor Trevisi ricorda che “la città è collocata sulla rotta balcanica, una tappa per molti migranti che qui passano per poi tentare di raggiungere i propri parenti in altre nazioni europee”. Una sfida per la Chiesa locale che da tempo si è messa in gioco organizzando e gestendo delle strutture di sostegno.
Nel solco della Fratelli tutti
Il Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, in una nota, esprime soddisfazione per la decisione del Papa di recarsi a Trieste e ricorda che “l’invito del Pontefice a coltivare l’ascolto e il dialogo nella vita sociopolitica, a includere tutti nei percorsi di vita democratica, a recuperare il senso dell’essere popolo senza cedere ai populismi, guida la preparazione dei lavori”. Tutto nel solco dell’enciclica Fratelli tutti. A Trieste, conclude il vescovo, "daremo vita ad un grande laboratorio con il quale costruire dei percorsi da intraprendere tutti insieme. Certamente, non esiste un documento già preconfezionato".
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