L’abbraccio del Papa a portuali e circensi
di Fabrizio Peloni
Dodici lavoratori portuali, in rappresentanza dell’International Dockworkers Council — organizzazione sindacale mondiale che raggruppa oltre 140.000 persone — e 85 giostrai e circensi venuti dalla Francia, hanno testimoniato, incontrando Papa Francesco all’udienza generale, la dignità dei lavori considerati umili che, proprio per lo stile solidale di comunità che li caratterizzano, contribuiscono al bene dell’intera società.
Artisti che donano luce e gioia
Ad accompagnare giostrai e circensi francesi c’erano, in Aula Paolo VI , il cappellano nazionale padre Bernard Bellanza e suor Geneviéve Jeanningros, religiosa delle Piccole sorelle di Gesù, che da oltre 50 anni svolge il suo apostolato proprio tra giostre e fiere e vive al Luna Park di Ostia. «Questi artisti, mettendo a frutto i propri talenti, donano a chi li guarda luce negli occhi e gioia nel cuore», racconta padre Bellanza. Soprattutto, insiste, «i circensi sono anche testimoni di pace perché sono il simbolo di ciò che il mondo ha bisogno, particolarmente in questo momento buio».
In Francia il sacerdote vive il suo impegno nel mondo degli “artigiani della festa” da circa 30 anni. Da 15 ne è il cappellano nazionale: «Al Papa abbiamo donato un piccolo cavallo di legno che simboleggia quella libertà, quella “gioia pulita” come l’ha chiamata il Papa, che vive ogni bambino quando fa un giro di giostra». Lo stile gioioso della festa, aggiunge suor Geneviéve, «è già un’immagine del Regno di Dio, e questi artisti, questi lavoratori, ce l’hanno nel cuore: vivono una significativa esperienza di fede e si sentono una grande famiglia». Come gesto di omaggio a Francesco, due clown del circo del Principato di Monaco hanno eseguito un brano musicale, al termine dell’udienza, nel momento in cui il gruppo ha incontrato personalmente il Pontefice.
I lavoratori di Buenos Aires e la devozione alla Virgen del Carmen
Ed è stato molto intenso anche l’incontro del Papa con i lavoratori portuali, alcuni dei quali sono venuti da Buenos Aires.
«Abbiamo portato a Francesco un pannello con la riproduzione di tre dipinti di Benito Quinquela Martín — pittore del secolo scorso, cresciuto a Buenos Aires proprio nel quartiere portuale della Boca — in cui sono rappresentate scene di vita quotidiana nel porto argentino». Le opere di Benito Quinquela Martín «sono Buenos Aires, il suo porto, la sua gente, il lavoro, l’acqua e le navi» aggiungono. Gli argentini fanno parte della delegazione di rappresentanti del Consiglio internazionale dei lavoratori portuali. Particolarmente devoti alla Virgen del Carmen, protettrice del mare, sono venuti dal Papa nel 25° anniversario dell’organizzazione sindacale di cui fanno parte oltre 140.000 lavoratori tra Australia, America, Africa ed Europa.
«Nell’attuale contesto internazionale i portuali sono quantomai uniti nella lotta a guerra e violenza, ma anche a ogni forma di sfruttamento e di povertà» afferma Patrizio Scilipoti, presidente della compagnia portuale di Civitavecchia. Nei giorni scorsi, fa presente, i portuali hanno incontrato padre Fabio Baggio, sotto-segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, proprio «per testimoniare la piena disponibilità alla realizzazione, nell’ambito della pastorale del mare, di progetti sia a sfondo ambientale sia sociale nel campo delle migrazioni».
Cresimandi e cresimati da Rouen
Tra i presenti in Aula anche cinquanta cresimandi e cresimati della scuola cattolica Saint Joseph d’Aumale, nella diocesi di Rouen in Francia. «Stanno vivendo l’esperienza della universalità della Chiesa unita alla gioia di cui essi stessi sono testimoni » dice padre Jean Claude Varin, cappellano dell’istituto, che insieme ad alcuni professori e al direttore, Pierre Allix, accompagna gli studenti nel pellegrinaggio di quattro giorni a Roma. Sono ospiti della parrocchia Santa Silvia, dove i ragazzi francesi hanno anche disputato una partita di calcio con i nuovi amici romani.
Associazioni di volontariato
A presentare al Papa l’impegno in favore di chi è vittima della guerra e di chi ha subito violenza tra le mura domestiche, in Aula Paolo VI erano presenti due associazioni di volontariato attive nel territorio italiano. Si tratta di “Puer” e di “Amici in moto”. La prima organizzazione è nata a Roma all’inizio degli anni ’90 — monsignor Luigi Di Liegro fu primo presidente — con lo scopo di aiutare i bambini bielorussi che vivevano nei territori prossimi alla centrale nucleare di Chernobyl, e oggi è impegnata nell’accoglienza di mamme e bambini ucraini provenienti da Zaporizhzhia, da Dnipro e da Donestk, territori sotto l’assedio russo. Sono circa 40 al momento i piccoli ospitati in tutta Italia e una decina quelli presenti stamattina all’udienza. La seconda associazione solidale è nata nel 2015 su iniziativa di un gruppo di amici motociclisti. La presidente, Maria Sara Feliciangeli, ha presentato al Papa il progetto “Caschi rossi” in aiuto delle vittime di violenza domestica, e il volume Donne sotto lo stesso cielo in cui sono raccolte poesie dedicate alle donne.
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