Il Papa: preghiera e fraternità per costruire un mondo che sia "casa" e non un "mercato"
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Il contrasto tra la casa e il mercato è il cuore della riflessione di Papa Francesco all’Angelus che, contrariamente ai giorni scorsi, legge la catechesi. Davanti a circa 20mila fedeli, partendo dall’episodio evangelico nel quale Gesù caccia i mercanti dal tempio, il Pontefice esorta ad abbracciare un modo nuovo e profondo di considerare il tempio, luogo dell’incontro con Dio e gli altri, e quindi di cambiare la nostra vita e quella delle persone intorno a noi attraverso la preghiera e la fraternità.
L’invito oggi anche per il nostro cammino, il cammino di Quaresima, è a fare in noi e attorno a noi più casa e meno mercato, pregando, prima di tutto nei confronti di Dio. Pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. E poi, primo pregando, diffondendo fraternità. C’è bisogno di tanta fraternità.
Tempio e casa
“Non fate della casa del Padre mio un mercato”: dice Gesù rovesciando i banchi dei cambiavalute e cacciando i venditori dal tempio, “inteso - dice il Papa - come mercato, per essere a posto con Dio bastava comprare un agnello, pagarlo e consumarlo sulle braci dell’altare”. “Comprare, pagare, consumare, e poi ciascuno a casa sua”: è la dinamica che ben descrive il mercato. Nel tempio come casa, afferma, è il contrario, “si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui e ai fratelli, per condividere gioie e dolori”. È un cambio di relazione: dalla distanza alla vicinanza, con “i banchi di vendita” che lasciano il posto alla “mensa famigliare”, dove i prezzi diventano abbracci e le monete "carezze".
Perché così si crea una barriera tra Dio e l’uomo e tra fratello e fratello, mentre Cristo è venuto a portare comunione, misericordia e vicinanza.
Preghiera e fraternità
La strada dunque, rimarca il Papa, è quella della preghiera e poi dei gesti fraterni che spezzano il "silenzio imbarazzante, isolante, talvolta addirittura ostile che si incontra in tanti luoghi".
Chiediamoci, allora: prima di tutto, com’è la mia preghiera? È un prezzo da pagare o è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio? E come sono i miei rapporti con gli altri? So dare senza aspettare il contraccambio? So fare il primo passo per rompere i muri del silenzio e i vuoti delle distanze?
Francesco invita ad affidarsi a Maria che è la chiave per “fare casa” con Dio e intorno a noi. Al termine della preghiera mariana l'accorato appello per mettere fine alla violenza delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina. "Il disarmo - ha aggiunto - è un dovere morale".
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